AL GOVERNO DELLE VELLEITA’ NON SI RISPONDE CON UNA OPPOSIZIONE OMEOPATICA. BISOGNA CAMBIARE TUTTO, ANCHE LE PAROLE PER RICOMINCIARE.

Serve un’ooposizione omeopatica al nostro Paese? E’ utile il muro contro muro per permettere all’opposizione politica, sociale e culturale del Paese di sopravvivere, o semplicemente di esistere? Serve un’idea diversa di società del Governo movimento 5 Salvini? Si devono attendere altri poteri o errori grossolani degli avversari, insomma basta stare fermi per vivere un’alternativa secca?

Per il PD che la discussione si svolga poi attraverso un congresso, primarie, assemblee nazionali o convenzioni programmatiche, è questione certo non meno importante, ma successiva. Il punto è se il governo populista dia, come si suol dire, risposte sbagliate a problemi giusti, o se alimenti ad arte problemi che altrimenti non ci sarebbero, o sarebbero comunque assai più facilmente gestibili.

Come rispondono anche le altre opposizioni, comprese quelle della sinistra più radicale, al neo Premier Conte che afferma che sono finite le visioni del mondo, le ieologie, ma nella coalizione c’è fortissima quella della Lega e ilM5S è proteiforme e inafferrabile?

Certo ci sono persone di sinistra che in buona fede hanno votato per il movimento di Grillo ed oggi assistono sgomente a quello che potrebbe essere l’inizio di un percorso politico fallimentare. Certo in questo clima prefascista dove sono i 5 Stelle? E’ giusto e doveroso dialogare con loro, tallonarli, invitarli a scendere dalle nuvole, dove si scontrano con l’aritmetica e il pacchetto securitario di Salvini.

Perchè mentre Salvini ingrassa nel fango, smerciando quotidianamente il suo pacchetto di aggressività a costo zero Di Maio fa i conti con i problemi reali del paese e il diritto al lavoro.

Che fare per rompere il “Salvi-Di Maio”? La sinistra, con i soliti volti, le solite liturgie, svaporata nel solito “oltrismo” in cui si rifugia da vent’anni dopo ogni disfatta elettorale, è lì a difendere un piccolo orticello. La retorica del nuovo non è nuova. Iniziò con Berlusconi, Renzi ne fece una bandiera, e non sempre porta bene.Quella che serve è un’opposizione che abbia il coraggio di prendere di petto e contrastare fino in fondo la politica della gogna e della caccia alle streghe: una politica che alimenta l’odio e lo indirizza contro facili bersagli – i migranti, la casta, l’Europa – per distrarre dai veri problemi e ostruire ogni possibile spazio di riforma. Questo è il gioco di prestigio che l’opposizione deve smascherare, non assecondare. Perché l’unico vero obiettivo del governo del cambiamento è che non cambi assolutamente niente. L’opposizione deve ripartire quasi da zero, con nuove parole, nuovi protagonisti e trovando nuovi campi di battaglia. Rimediare ad un deficit di presenza e di testimonianza, di valori e di lotte, riambientarsi in un mondo nuovo, capirne la lingua e le emozioni. Non pensare più di essere autosufficienti, scomporre per ricomporre, anche agenda politica e alleanze. Non c’è più nulla da difendere. Bisogna cambiare tutto, anche le parole per ricominciare.

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