CARCERI:L’INDIFFERENZA CHE UCCIDE. MORIRE D’ESTATE INSIEME ALLA MANCATA RIFORMA PENITENZIARIA.

Di carcere si muore, in carcere si continua a morire. Questo tema non può essere ristretto alla riflessione e alla responsabilità solo di chi si trova a gestire il carcere.
Nelle ultime settimane Giovanni, Michele e Vincenzo hanno deciso di togliersi la vita, all’interno del carcere di Poggioreale, mentre fuori da quelle mura continua il malinteso tra certezza della pena e certezza della galera. La clausura uccide! L’indifferenza uccide.Questo elenco di morte, già denso di dolore, si allunga se vi aggiungiamo altri 3 decessi a partire da Giugno per Malattia, avvenuti nel Carcere di SMCV , Napoli Secondigliano e Napoli Poggioreale. Morire d’estate insieme alla mancata riforma penitenziaria, sembra purtroppo un vero titolo giornalistico.A partire dal 2000, nelle carceri italiane sono deceduti 2081 persone, 1021 delle quali per suicidio, numeri che da soli ci dicono delle condizioni di chi è privato della libertà personale.
Occorrono percorsi di reinserimento e di pene alternative, allontanandosi dall’ inutile centralità del carcere. Vi è quindi la necessità di discutere, senza demagogia, delle forme e dei modi della
de-carcerizzazione.
Questi ultimi tre drammatici suicidi avvenuti nel carcere di Poggioreale, nel quale sono ristrette 2.256 persone a fronte di una capienza di 1.659 posti, sono un campanello d’allarme che rischia di diventare ancora più pericoloso nei periodi estivi. Per questo motivo, attiverò i miei uffici e tutti i volontari a fare il maggior sforzo possibile per monitorare anche nel mese di Agosto le condizioni negli istituti di pena Campani, rese ancora più dure dal caldo implacabile di questi giorni. Mi preme però precisare che occorre coinvolgere figure sociali di sostegno, quali: psicologi, psichiatri, assistenti sociali…
Ma cosa manca, più di tutto in carcere? In verità quello che manca è Amore. E manca nella società, nella famiglia, nei luoghi di vita abituale, nei quartieri e nelle scuole.    Il carcere è lo specchio della società ma a volte, paradossalmente riesce a essere meno caino della società stessa. Ogni suicidio in carcere è una sconfitta per questa società. È una nostra sconfitta!
Alla persona che “si mette in carcere” tu gli lasci la vita ma purtroppo gli alieni la mente a causa del degrado e del sovraffollamento, gli strappi gli affetti familiari non gli fai vivere le emozioni.
Nel ruolo istituzionale di Garante dei detenuti,e vista la mia trentennale esperienza nel settore, credo che non si possono condurre ad un’unica matrice i suicidi in carcere, occorre sia rafforzare il sistema di prevenzione sia fare rete tra le diverse istituzioni anche mettendo in campo più formazione specifica per gli agenti penitenziari, per i volontari e l’area educativa, che operano all’interno del carcere.Il tema del carcere richiama alla responsabilità il mondo politico e dell’intera società.Per questo chiedo a tutti, ognuno per la sua parte, di assumersi l’impegno di riflettere ed intervenire. Per parte mia, rafforzerò gli interventi dell’ufficio del Garante e anche nella giornata del 15 agosto garantirò la nostra presenza attiva nelle carceri della Campania. Perché dobbiamo sconfiggere assieme l’indifferenza a questo stato di cose.

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