Declino demografico in Italia: solo gli stranieri salvano il nostro Paese dal disastro. Occorrono politiche per la famiglia. Ora la politica non ha più alibi.

Ubriachiamoci qui di un pò di cifre, perchè una finestra bilogica si sta per chiudere. Dopo la recessione economica, ora arriva anche il declino demografico. Natalità e fecondità. L’Italia non cresce e gli italiani non fanno bambini. E forse le due cose non sono per niente slegate. In Italia ottomila nati in meno rispetto al 2018. Che che le coppie italiane non facciano più figli come una volta è al di là di ogni ragionevole dubbio. Siamo ultimi in Europa per nascite ogni mille donne. Perchè? Potenziare l’occupazione femminile e gli asili nido non basta, tra l’altro sono diminuite le donne in età fertile.

È l’Istat a metterlo nero su bianco nel suo ultimo bilancio sulla popolazione riferito al 2018: per la prima volta, negli ultimi 90 anni, i residenti in Italia sono 60,4 milioni circa, pari a oltre 124mila persone in meno in un anno, vale a dire un calo di più di 400mila unità in quattro anni. E se il declino demografico viaggia a un ritmo più lento è solo grazie agli stranieri presenti nel nostro Paese. Il calo di popolazione, spiega l’Istat, è interamente attribuibile agli italiani, che sono scesi a sole 55 milioni e 104mila unità. Senza gli stranieri, in quattro anni la popolazione italiana si sarebbe ridotta di 1 milione e 300mila unità.

La dinamica “naturale” della sostituzione di chi muore con chi nasce in Italia si è persa da tempo. Già a partire dal 2015 il numero di nascite è sceso sotto il mezzo milione e nel 2018 si registra un nuovo record negativo: sono stati iscritti in anagrafe per nascita solo 439.747 bambini, il minimo storico dall’Unità d’Italia. Nel corso del 2018 la differenza tra nati e morti è negativa e pari a -193mila. Tutta Italia, da Nord a Sud, ha il segno meno davanti al numero dei residenti, tranne Bolzano, unica isola felice dove le nascite sono più dei funerali, con un +1,7 per mille.

In Italia non ci sono mai state politiche all’altezza del ruolo delle famiglie. Mai. È un paradosso ultra-decennale. Non ci sono mai stati interventi concreti proporzionali alla facilità con cui si parla di famiglia. Gli ultimi governi, prima dei gialloverdi e giallorossi, avevano appena iniziato, e si dovrà continuare a breve e lungo termine. Esperti d’accordo: più servizi, più aiuti, più sostegno, più case, più lavoro. L’emergenza demografica si risolve solo con interventi di ampio respiro e convincendo  giovani coppie che lo Stato è al loro fianco. Politiche di investimento familiare,più asili nido, politiche di contrasto alla povertà, ‘Dopo di noi’, minori stranieri non accompagnati, violenze di genere, livelli essenziali per il sociale, conciliazione lavoro famiglia, valutazione di impatto familiare, politiche per la prima infanzia, alcuni spunti di intervento sul sociale, politiche educative, constrasto alla povertà culturale.

Cosa sta succedendo al mondo delle famiglie?

Servono politiche adeguate per tornare ad essere il motore di un Paese che riprende virtuosamente e vigorosamente a crescere. La politica saprà raccogliere questo allarme, questo ultimatum da cui dipende il futuro di tutti noi? Chi voleva buone idee per passare dalla lunga stagione delle analisi a quelle della concretezza, è stato accontentato. Ora la politica non ha più alibi. dall’educazione alla demografia, dal welfare alla giustizia fino al fisco. La politica prenda nota.

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