IL SEQUESTRO E IL RILASCIO DI CIRO CIRILLO SONO LEGATI A DOPPIO FILO ALLE UCCISIONI DELL’ASSESSORE REGIONALE DELCOGLIANO E DEL VICEQUESTORE AMMATURO.

E’ scomparso, all’età di 96 anni, l’ex assessore regionale della Campania Ciro Cirillo, l’uomo dei segreti tra BR, Stato e camorra, ma anche l’uomo interrogato per mesi dai brigatisti rossi, l’esponente della DC rapito dalle BR nel 1981.. Un groviglio di questioni irrisolte, nonostante pentiti e dissociati tra i brigatisti rossi. Il 27 aprile 1981 un commando di brigatisti rossi lo rapisce nel garage di casa a Torre del Greco. i brigatisti sparano e uccidono un uomo della scorta Luigi Carbone e l’autista Mario Cancello, mentre viene gambizzato il segretario particolare dell’assessore Ciro Fiorillo.  Ciro Cirillo resta ostaggio delle BR per 89 giorni.

I Brigatisti in diversi comunicati chiedono di poter pubblicare sui mass media gli interrogatori resi da Ciro Cirillo durante la prigionia. Un settimanale locale e Lotta Continua li pubblicano, con riferimenti alle strategie e alla vita politica degli ultimi vent’anni a Napoli e in Regione. Dopo la pubblicazione degli interrogatori la trattativa sembrava conclusa, ma nel comunicato n.11 le BR dichiarano. ” Il processo a Ciro Cirillo è terminato e la condanna a morte di questo boia è la giusta sentenza in questa società divisa in classi ed è nello stesso tempo il più alto atto  di umanità che le forze rivoluzionarie possono compiere.” Poi con una trattativa frenetica, da entrambi le parti, uscì fuori la richiesta del pagamento di un riscatto da un miliardo e 450 milioni di lire. Perché si è arrivati alla richiesta di riscatto? Perché tanto mistero intorno a questo 2potente assessore” della DC?

Intanto Cirillo liberato, viene rapito per la seconda volta da due volanti della polizia che lo portano a casa ed impediscono ai magistrati Libero Mancuso e Carmine Pace di vederlo ed interrogarlo subito dopo la liberazione.

Il 27 aprile 1982,esattamente un anno dopo il rapimento di Cirillo, le BR uccidono a Napoli l’assessore regionale al lavoro e alla formazione Raffaele Delcogliano ed il suo autista Aldo Iermano. Il destino di Cirillo e quello di Delcogliano sono legati da doppio filo. Delcogliano un politico che aveva “congelato i conflitti sociali e le manifestazioni di lotta”, per dirla con espressioni dei brigatisti, che in quegli anni uccidevano i politici di altri tempi, gli uomini giusti, i migliori, quelli che vivevano la politica per passione. I fatti che portarono all’assassinio dell’assessore e del suo autista, ma anche il clima politico e sociale di quegli anni difficili, sono racchiusi nel libro, scritto dal giornalista Luigi Grimaldi, “Nessuno salva l’assessore”(editore Il Quaderno).

E poi c’è il capitolo Ammaturo, sempre legato al rapimento Cirillo.

Probabilmente Antonio Ammaturo, coriaceo dirigente della Squadra Mobile di Napoli, aveva intuito un contatto forte tra camorra e brigate rosse.
Relazionò su quei fatti, ma non fece in tempo a proseguire le sue indagini, nel pomeriggio del 15 luglio del 1982 fu trucidato insieme a Pasquale Paola, il poliziotto che aveva al suo fianco.

Chiedere giustizia e verità è poco, lo so. Certamente il rapimento e il rilascio di Ciro Cirillo, al di là delle coraggiose indagini del giudice Carlo Alemi, ha una sua importanza nella storia giudiziaria del nostro paese, nelle zone grigie e ondivaghe delle Brigate Rosse, nei rapporti tra apparati dello Stato e camorra, sul ruolo che pezzi della DC hanno avuto  su questo rapimento rispetto a quello di Aldo Moro.. Ciò che ancora non è emerso è il vero contenuto delle trattative che ci sono state tra Camorra-Stato(in primis DC) e BR.

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