LE PRIMARIE APERTE RAFFORZANO RENZI, MA AI GAZEBO I VETERANI E POCHI ESTERNI.

Diciamoci la verità:nel risultato delle Primarie del PD di domenica scorsa c’è qualcosa in più delle doti personali di un laeder. Quattro mesi fa, dopo il successo del NO al referendum, Matteo Renzi si era dimesso da Premier e da segretario, domenica scorsa le primarie gli hanno restituito lo scettro.Le primarie aperte  le fa solo il PD,è uno strumento di votazione che coinvolge anche i non iscritti.

Da queste primarie c’è anche la mutazione in corso di un partito e non solo per i numeri dell’affluenza. Il partito non suscita le attese del 2013 e non trova consensi fuori dai propri confini. I “neofiti” dei gazebo sono stati il 14,8%.”Pochi,dice l’amministratore di Ipsos Nando Pagnongelli,che aggiunge:”il partito si è sbilanciato verso le classi d’età più alte,mentre il Mov5stelle prevale tra i giovani.” Certo nel 2013 c’era l’effetto novità rappresentato da Renzi che incarnava il cambiamento. Però le fuoriuscite di tanti,la scissione di Bersani,D’Alema,Cofferati e tanti altri ha lasciato sicuramente ferite e perdite di partecipazione e consensi.

Tornando alle Primarie,Renzi consolida il suo ruolo,ma i giovani scelgono i suoi avversari. E’ ora che Renzi dica addio ai suoi vassalli,cambi carattere e metodi di scelte tra dirigenti locali  e responsabili a Roma. E’ ora che si chieda perchè pur volendo rottamare ha dalla sua parte solo una popolazione dai capelli grigi. La renzizzazione del voto lo deve far riflettere! E’ un partito specchio del suo laeder!

Nel Mezzogiorno che aveva detto NO al referendum la partecipazione alle primarie è stata consistente. Anche se solo in Abruzzo,Basilicata e Puglia è cresciuta la partecipazione rispetto al 2013.

Politicamente Renzi conserva la vocazione maggioritaria,per questo la sera stessa della sua vittoria non ha esitato ad affermare che “la grande coalizione vogliamo farla sì,ma con la stessa gente,con i circoli,i militanti non con chi non rappresenta nemmeno se stesso o con chi ha messo il veto su di me.”

Certamente ne esce rafforzato il governo Gentiloni.Alle prossime elezioni amministrative di giugno si capirà se è ancora possibile un incontro tra renziani e progressisti per ampliare l’area del centrosinistra. Ci sono regioni e grandi città dove il PD è in mano a notabili che delle indicazioni romane se ne importa poco.

Un vero politico sa scrollarsi di dosso la polvere e risalire in sella. il voto di domenica rafforza certamente Renzi ma non indebolisce il PD,se resta unito e plurale.

 

Potrebbe piacerti...