LEGALIZZAZIONE DELLE DROGHE LEGGERE: USCIAMO DAL PANTANO LEGISLATIVO E CULTURALE. LA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA SI ARRICCHISCE.

Il pm napoletano Henry John Woodcock nel corso di una lunga discussione al processo sulle ramificazioni di un clan camorristico l’anno scorso fece delle affermazioni sulla legalizzazione delle droghe leggere:”le droghe leggere sono per la criminalità organizzata una fonte di arricchimento e un serbatoio di manovalanza. E anche un danno per lo Stato. A questo punto meglio liberalizzarle,si eviterebbero anche tanti omicidi.” Anche in magistratura,quindi, modificano la rotta rispetto al proibizionismo, hanno capito, prima della politica, che quella linea non funziona, che aveva solo un effetto boomerang e che non si può contrastare il narcotraffico senza politiche di legalizzazione. In Italia coltivare la cannabis è un reato punito con la reclusione e con la multa e reato rimane anche quando si tratta di coltivazione domestica,ad uso proprio. In Italia si entra in carcere per le droghe leggere, anche con i sistemi metrici effimeri:modica quantità, dose giornaliera, uso personale. Da noi si parla ancora di tossicodipendente come fosse una figura univoca. Da noi,ancora molti politici e qualche tecnico adombrano il rischio di un facile passaggio dalle droghe leggere all’eroina e alla cocaina. Il passaggio non esiste sul piano dei numeri perchè uno su cento passa dalla spinello alle droghe pesanti. Gli effetti dell’alcol, quello delle sigarette è molto più devastante sul fisico delle persone. Oltre a non determinare quindi dipendenza, necessariamente, la droga leggera,la “canna” non provoca effetti letali o danni anatomici. Al contrario avrebbe,come è stato dimostrato un ruolo benefico in patologie importanti come la sclerosi multipla,l’epillessia,le malattie immunitarie,le anoressie.

Qualcuno gioisce delle sentenze della Consulta,che lo Stato può continuare a colpire con la legge penale i coltivatori domestici della cannabis,sembra loro un guizzo di serietà. Quindi nell’educazione e nella prevenzione lo Stato va avanti con colpi di tosse, con bilancini, con leggi repressive che portano tossicodipenti in carcere e milioni di euro alla criminalità organizzata.
Se si legalizzano le droghe leggere si sottrae le stesse al mercato illegale per essere affidate al sistema sanitario. Certo a questi nostri pm che spesso non arrivano in tempo a sentenze va il merito di aver acceso una riflessione seria su un argomento,quelle della legalizzazione delle droghe leggere,che esce così dal pantano legislativo e culturale di questi anni. Per un’etica della cura,pensiamo ai costi sociali,umani ed anche economici del proibizionismo.

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