MORTI E INFORTUNI SUL LAVORO. UNA STRAGE SENZA FINE. TRAGEDIE PREVEDIBILI, INTOLLERABILI, INGIUSTIFICABILI.

Centocinquantuno  morti sul lavoro in questo 2018. Tragedie prevedibili, intollerabili e ingiustificabili. Occorre non solo trovare i colpevoli, ma salvare le persone. Negli ultimi tre anni, con i primi segnali di ripresa, gli infortuni mortali sono aumentati del 10%. Non è accettabile che si muoia sul lavoro. Di questa vera e propria mattanza quotidiana, di questi numeri, di queste statistiche, di queste storie, di questo stillicidio la politica non parla. Eppure ci vorrebbe un ministero importantissimo: quello della sicurezza sul lavoro. I settori che nel 2017 hanno fatto registrare i maggiori aumenti in termini infortunistici sono proprio quelli legati ad attività industriali in cui si riscontrano più marcati segnali di ripresa produttiva, vale a dire l’industria metallurgica, la Metalmeccanica e la fabbricazione dei mezzi di trasporto. E’ tempo di agire, servono  misure concrete, prevenzione e messa in sicurezza della vita e della incolumità di chi lavora.

Il 9 aprile 2018 ricorrono i dieci dall’approvazione del Testo Unico di salute e sicurezza sul lavoro – quale risultato della combinazione delle disposizioni dei decreti legislativi n. 81/2008 e n. 106/2009 – che continua ad essere in Italia il punto di riferimento normativo in materia. Ecco lo scandalo del testo unico!
Tuttavia, pur contenendo la massima parte delle disposizioni prevenzionistiche applicabili, il T.U. non può definirsi esaustivo dell’intera materia né un corpo normativo consolidato, sia perché oggetto di continue modifiche, sia perché prevede molti provvedimenti di attuazione.Chiediamo con forza al Parlamento e al nuovo Governo che la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro vengano inserite tra le priorità dell’agenda istituzionale.

Crescono anche gli infortuni sul lavoro. Secondo gli ultimi dati disponibili rilevati dall’Open Data INAIL, in Italia nel 2017 le denunce d’infortunio sul lavoro sono state 635.433 (a fronte delle 636.812 del 2016 con variazione rispetto al 2017 del -0,21%), ben 1.029 quelle relative ai casi con esito mortale (a fronte delle 1.018 del 2016 con una variazione rispetto al 2017 dell’1%) e 58.129 quelle riguardanti le malattie professionali (a fronte delle 60.347 del 2016 con una variazione rispetto al 2017 del -3,6%).

Una strage senza fine, dati che in vari casi hanno sfiorato una strage, lo Stato non si può girare dall’altra parte o puntualmente mettere in campo la proposta di una patente a punti per le imprese. Bene che gli inquirenti indaghino per omicidio plurimo colposo. Occorre rafforzare a tutti i livelli le  misure di prevenzione e controlli. Intanto vicinanza e solidarietà ai familiari che non si sentano soli e abbandonati davanti a queste morti ingiuste.

 

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