RENZI,IL REFERENDUM COSTITUZIONALE E IL DESIDERIO CHE MUOVE IL MONDO.

Più passano i giorni più è chiara la strategia, sul referendum costituzionale, di Renzi nei rischi di governo e nelle ambizioni politiche:”Dopo 63 Governi in 70 anni,adesso si cambia.L’Italia può uscire dall’incantesimo.” Le minoranze non vogliono che il Referendum di ottobre sia   una prova del partito della Nazione o si trasformi in un plebiscito per Renzi. Le opposizioni propongono una mossa per spacchettare i quesiti,dicono che la Costituzione non si cambia con un plebiscito e vogliono far cadere il Governo Renzi con i NO. La patologia del potere mette in campo un referendum oltre i partiti,interessi piccoli,di componente,poca informazione ed una certezza:questa volta si fa sul serio. Non è una consultazione abrogativa, nel testo ci sono pesi e contrappesi,tutto si tiene:dall’abrogazione del Senato alla riforma del titolo V sulle competenze. Gli articoli modificati sono 41. E’ avviato un discernimento,una riflessione nel Paese,una campagna elettorale per il referendum costituzionale. In una Italia che nell’ultimo decennio si è ritrovata più povera,più violenta,più vecchia e inutilmente più istruita viene data un’occasione per andare avanti,a testa alta sulle riforme concrete. Tre anni fa come giornale abbiamo iniziato con il professore Francesco Casavola una discussione serrata e raccolto firme per l’abolizione del Senato,abbiamo messo su un comitato,raccolto autorevoli pareri. Adesso c’è la riforma che è arrivata alla conferma del popolo,dopo aver subito cambiamenti innegabili e importanti. Si è corso il rischio che tutto si arenasse. Non è un attacco alla democrazia,ma l’opposto. E’ uno strumento per far entrare nel mondo delle decisioni globali anche le decisioni prese dallo Stato.

Vedo in giro,leggo,di una superiorità culturale di una  certa sinistra che ci ha condotto per decenni alla sconfitta. Si può e si deve partire da una constatazione.i referendum sono un gioco a somma zero,un si contro un no,un vincitore ed un vinto,e quindi il confflitto è nella loro stessa natura. In questo confernmativo non c’è bisogno nemmeno del quorum. Ad ottobre non si voterà sulla legge elettorale,anche se il tema è entrato nel dibattito. Altre sbavature,bizantinismi,inevenzioni intellettuali e demagogie populiste ci accompagneranno in questi mesi. Molti dicono che così è un quiz indigesto,che Renzi vuole un SI cosmico,è padre padrone che se vince il referendum sarà un’insopportabile piaga biblica. Disapprovo a drammatizzare ciò che spesso drammatico non è.

Io non sono renziano sia anagraficamnte che culturalmente,ma ho curiosità,desiderio di capire le sue ragioni,di entrare nel merito delle sue lucide e realiste riforme,per dire:meno male ci siamo arrivati.

Non sono un giulivo babbeo nè un convertito.Io ho ancora obiettivi di partecipazione alla vita politica del Paese,ho ancora adrenalina ed utopie da “predicare e praticare”,testimonianze di lotta contemplativa da seminare. E’ il desiderio che muove il mondo. La fine del bisogno, ,delle novità, deprime.

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