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Gennaro Migliore – Intervista: “Organi di stampa primi colpevoli del populismo giudiziario. Magistratura? C’è bisogno di rinnovamento”

Nello speciale “Giustizia v0 cercando” condotto da Samuele Ciambriello su Julie Italia, è stato ospite Gennaro Migliore, Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia.

Ecco una sintesi dell’intervento televisivo di Migliore, che ha risposto a domande di interessante attualità sul tema della giustizia.

La delega in bianco alla magistratura è una risposta al populismo dilagante e all’antipolitica?

“La magistratura rappresenta certamente una funzione evolutiva della giurisdizione. Ci sono dei diritti sia dal punto di vista della sovranità sia sul piano dell’evoluzione. Pensiamo a tutto ciò che riguarda internet. Stiamo lavorando molto sul cyberbullismo, la funzione della magistratura è essenziale. Bisogna interpretare le normative dando un’evoluzione. Per gli aspetti legati al populismo giudiziario, ci deve essere uno sforzo di collaborazione. C’è una campagna dove il populismo giudiziario fa dell’indagine più che del processo il centro della discussione, amplificato anche dagli organi di stampa. Sono frequenti casi di cronaca eclatanti dove una semplice iscrizione nel registro indagati occupa 10 pagine ed è già sentenza.  È capitato col mio collega e presidente del Pd campano Stefano Graziano. E’ un problema di certa stampa per questo tipo di vicende.  Dopo non esiste nemmeno la notizia dove si viene dichiarati estranei. Ci vorrebbe maggiore sobrietà, da parte degli organi di informazione e anche da alcune figure autorevoli della magistratura come Piercamillo Davigo, ex presidente Anm, che disse, in riferimento ai politici, non ci sono innocenti ma solo colpevoli ancora non scoperti. Da cittadino questa questione mi preoccupa non poco.”

Come cambia il processo penale?

“Fare una sintesi sulla più grande riforma di questo governo è difficile. E’ una riforma del processo, del codice e anche dell’ordinamento penitenziario. Sono 3 riforme in una, gigantesche. L’ultima è una riforma rivoluzionaria, mette al centro il trattamento individualizzato. Sulle intercettazioni non c’è stretta: sono uno strumento fondamentale per contrastare i crimini. Quello che si dice è quello che ha già fatto la Procura di Roma, cioè non verranno trascritte le intercettazioni irrilevanti, ma verranno conservate in forma audio a disposizioni delle parti. Per i tempi di prescrizione, ci sono state delle proteste dei penalisti. E’ giusto che ci sia un tempo definito, anche perché alcuni reati sono più difficili da scoprire.”

Qual è la situazione della magistratura?

“Nella giustizia sono oltre 20 anni che non si fa riqualifica, c’è il personale con età media più alta, ben 56 anni. E’ dal 96 che non si faceva un concorso. Ci saranno nuove assunzioni per 2000 posti, 3000 mobilità, arriveremo a 5000 nuove unità. Abbiamo fatto una selezione su basi di competenze precise. Le immissioni purtroppo non saranno immediate. Stiamo pagando 20 anni di inattività. Il governo Renzi e Gentiloni ha fatto uno sblocco decisivo in questo senso. Condivido pienamente che un magistrato pagato per le sentenze debba essere liberato da compiti che non gli competono. Abbiamo aumentato il numero di concorsi, ma dovremmo anche cambiare il metodo di reclutamento, si entra in ruolo troppo tardi. Alcune persone non possono permettersi di arrivare a 34-35 anni senza guadagnare, e così non entrano in magistratura. Lo dico da parlamentare: sarebbe utile un ritorno al passato, quando si poteva fare l’esame subito dopo la laurea. Ho visto miei coetanei degli anni 90 che non avevano alle spalle famiglie forti economicamente, ma forti moralmente e ce l’hanno fatta. Che oggi ci debba essere obbligatoriamente anche un sostegno economico non mi sembra giusto.”

Giudizi negativi sul codice antimafia, che estende le confische e i sequestri di patrimoni nei confronti degli imputati di reati contro la pubblica amministrazione, qual è la sua idea?

“Quello che abbiamo tentato di fare è porre rimedio ad un problema: la gestione del patrimonio che veniva sequestrato alle mafie. Oggi l’agenzia dei beni confiscati ha pochissime unità che sono operative. Non si può dire quando c’era la mafia l’azienda andava avanti, arriva lo Stato e fallisce. Noi abbiamo posto questo problema e nel codice antimafia abbiamo cercato una professionalizzazione.  Si farà un’agenzia con Roma sede principale e Reggio Calabria secondaria, di 200 persone. Bisogna mettere a valore i beni sottratti alla collettività e devono essere mantenute le attività lavorative.

Per i reati di associazione contro la pubblica amministrazione, sono un pò in conflitto di interessi. Ho avuto perplessità, ma allo stesso tempo sono la figura del governo. Noi abbiamo cominciato un’azione contro la corruzione, introducendo particolari leggi. Si può fare prevenzione, con sequestri o obbligo di dimora. Abbiamo dato un segnale. Ho letto le critiche di Cantone, sono rimasto colpito. Il nostro obiettivo resta rafforzare il codice antimafia.”

E sul tema delle carceri, qual è il suo parere?

“Una persona recuperata, è un contributo alla sicurezza. È questo il senso di un’iniziativa che pensa di  individualizzare il trattamento delle persone. Non credete a quelli che dicono buttiamo la chiave, quando  uscirà un ex detenuto sarà di nuovo preda della criminalità. Per me è un rischio. Dobbiamo avere un atteggiamento costituzionalmente corretto, dobbiamo pensare ai nostri figli. Se incontrano ex detenuto recuperato è molto meno pericoloso. Questo è quello su cui dobbiamo lavorare.”

 

Stasera alle 21,00 su Julieitalia(can19)

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