Cultura

Gli scavi di Pompei cedono e la politica assiste, all’Agamennone

Le cronache riportano l’ennesimo crollo nel parco archeologico di Pompei: si è staccata una piccola porzione di muro della Regio VII, nel Vicolo Storto al civico 36.

Mentre il Grande Progetto va avanti, le piccole opere e la manutenzione ordinaria è ferma. «Fino all’inizio degli anni ’90 – sostiene Antonio Pepe, RSU degli scavi di Pompei – c’era ancora la squadra che si occupava della manutenzione, poi, venuto a mancare il ricambio generazionale, è finita l’esperienza di quegli operai. Non si può che ribadire l’esigenza di assumere al più presto personale operaio, altrimenti non si arginerà il problema della conservazione. Anche gli interventi di restauro previsti dal “Grande Progetto Pompei”, sperando che vengano realizzati tutti e al più presto, rischiano di essere uno spreco di soldi se non seguiti successivamente da un costante monitoraggio e dalla manutenzione ordinaria».

Parole che riecheggiano ancora nella valle degli scavi più famosi al mondo e si susseguono ad annunci, visite, come quella odierna del Ministro Franceschini, o ancora a concorsi banditi per sopperire al sottorganico degli scavi.

Si, proprio così, solo 30 posti divisi tra assistenza al pubblico e sicurezza che si vanno ad aggiungere a quelli già esistenti. «I custodi degli scavi sono 136, divisi su 5 turni – continua Pepe – Sperando che nessuno ha problemi di salute o voglia andare in ferie, sono circa 27 ogni turno per un territorio vasto 44 ettari. È impensabile che ogni custode possa controllare contemporaneamente le case e gli spazi distribuiti in 1600 m². Ed oggi che propongono? Un concorso per solo 30 custodi i cui requisiti sono alquanto particolari: hanno il sapore di posti già assegnati».

Ieri mattina mentre l’assessore regionale al turismo Sommese bacchettava il Ministro Franceschini per «l’incertezza del risultato e dei tempi» degli scavi, i sindacati hanno firmato per l’apertura serale dei siti archeologici di Pompei, Ercolano e Stabia.

Intanto per la prima del Forum Universale delle Culture, che sancirà la riapertura del Teatro Grande, sarà rappresentato “Agamennone”. «A fare gli onori di casa – fa sapere la Soprintendenza attraverso un comunicato – ci sarà il Soprintendente Massimo Osanna e il Presidente della Regione Campania Stefano Caldoro in rappresentanza del Forum, che ha inserito l’evento nella programmazione ospitata dai siti UNESCO. Interverrà anche il sindaco di Napoli Luigi De Magistris insieme al sindaco di Pompei e quelli dei Comuni della buffer zone».

 

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