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GOLPE IN TURCHIA: COSì ANKARA SI PONE FUORI DAL PROCESSO DI INTEGRAZIONE

 

 

di Vannino Chiti

Quanto sta avvenendo in Turchia è una pagina oscura per la democrazia e per i diritti umani.
Il presidente Erdogan in poche ore è riuscito a rientrare nel pieno delle sue funzioni e il colpo di stato è fallito. L’esito è stato accolto come una buona notizia e lo è. Subito dopo però è iniziata una resa dei conti inammissibile: arresti sommari, repressioni massicce e ingiustificate.
Il tentativo di colpo di stato sconfitto non può dare spazio a una vendetta contro le opposizioni, a misure che abbattono i fondamenti di uno stato di diritto. Su questa strada la Turchia si pone fuori da un processo di integrazione nell’Unione Europea.
L’Europa è la patria della democrazia, non può tollerare che in un paese partner possa essere snaturato o reso un simulacro lo stato di diritto. L’Unione Europea deve esercitare un’azione autorevole perché in Turchia ritornino la pace, la legalità e il pieno rispetto dei diritti di ogni cittadino.

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