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Green economy e risparmio energetico: il primato italiano

Probabilmente nessuno si aspettava che l’Italia potesse superare la Germania, anche se in un settore da molti sottovalutato e ritenuto poco importante ma che, invece, la sua importanza ce l’ha eccome. Il settore in questione è quello cosiddetto green, delle rinnovabili e delle energie che non inquinano, della difesa dell’ambiente e di tutto ciò che è ecosostenibile. Lo rivela il rapporto annuale di Legambiente, Ambiente Italia 2014, che parla di una leadership tutta italiana che il Belpaese avrebbe strappato all’eccellenza europea per antonomasia, la Germania.

Produttività di risorse migliore del 10% rispetto alla Germania e del 26% rispetto all’UE, emissioni pro capite di CO2 inferiori del 23% a quelle tedesche e del 15% a quelle europee, e un’intensità energetica anch’essa inferiore rispetto a Germania e media europea: sono questi i dati che emergono dal rapporto di Legambiente, per quanto si tratti comunque di una conversione ambientale definita “inconsapevole”. La causa indiretta di questo miglioramento, infatti, non sarebbe altro che la famigerata crisi economica degli ultimi anni, che avrebbe portato noi tutti ad una gestione molto più razionale delle nostre risorse, con la conseguenza che meno energie si sprecano, e più ci si incammina verso uno stile di vita sostenibile.

Le scelte politiche della nostra classe dirigente in materia di tutela del territorio e green economy, si sa, c’entrano ben poco. Lo sa anche Duccio Bianchi, dell’Istituto di ricerche Ambiente Italia, che parla di un Paese con <<una struttura economica ben “vocata” alla conversione ecologica che si basa sul recupero, sull’efficienza energetica e sul riciclo. Una conversione che può diventare strutturale se sostenuta da giuste politiche>>. Nessuna precisa scelta strategica e lungimiranti politiche ambientali dunque, come si legge sul sito di Legambiente, da parte del nostro governo, che da qualche anno a questa parte non si è certo impegnato nella scelta dei suoi Ministri dell’ambiente, dalla Prestigiacomo del Berlusconi IV favorevole al nucleare ad Andrea Orlando del governo Letta, che prima di diventare Ministro della giustizia non aveva ben chiaro il concetto che chi infrange le leggi, compreso chi inquina, deve pagare. La debolezza delle politiche pubbliche, per ritornare al rapporto di Legambiente, è evidente nella gestione dei rifiuti urbani, o nella piaga dell’abusivismo edilizio. Se da una parte, infatti, il consumo assoluto è diminuito del 23% facendo registrare alla penisola il dato più alto dell’intera Unione Europea, come pure per il riciclo di metalli ferrosi, plastica e utensili, siamo ancora molto indietro per quanto riguarda qualità ambientale e tutela del territorio. Anche il trasporto pubblico rappresenta una nota dolente, e nonostante siano in aumento le vendite di biciclette, i cittadini italiani continuano a preferire la propria automobile per gli spostamenti. Per non parlare del tarlo che da mesi ci assilla, quello dell’occupazione, e non soltanto dei giovani: nel 2008 il tasso di occupazione della popolazione tra i 20 e i 64 anni era del 63%, un valore che oggi è sceso al 61%, ben lontano quindi dal 76% della Germania. La nazione tedesca ci supera anche in fatto di giovani che non studiano e non lavorano, attestati “solo” al 10%, laddove qui da noi si registra invece il 25%. Un settore tutto nero, dunque, quello delle condizioni sociali e delle disuguaglianze generazionali, a conferma proprio del fatto che nei campi in cui l’Italia registra dei miglioramenti, anche rispetto a Francia, Gran Bretagna e Svezia, si tratta di un’inversione di rotta tutt’altro che voluta e programmata, e che per trasformare questi risultati in conquiste solide e durature sarebbe necessario un più deciso intervento dello Stato. <<La green economy rappresenta una risposta e un’opportunità straordinaria per uscire dalla crisi economica. Le esperienze virtuose e i risultati ottenuti con la rivoluzione energetica, la diffusione degli impianti fotovoltaici, il biologico, l’agricoltura di qualità, la mobilità ciclistica indicano che il Paese è sulla buona strada>> sono le parole di Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente <<Per questo lanciamo un appello al premier Renzi affinché il Governo decida di puntare veramente sulla green economy per rilanciare l’Italia sostenendo produzioni, regole, stili di vita in grado di costruire un benessere materiale e sociale buono per tutti>>. Un appello che speriamo sinceramente sia ascoltato.

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