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GRILLO, IL CASO GENOVA E IL PROBLEMA DIRIGENZIALE DEL MOVIMENTO 5 STELLE

Il caso Genova mette a nudo tutte le difficoltà interne del Movimento 5 Stelle.

Beppe Grillo e Alessandro Di Battista sono indagati per diffamazione a seguito della querela presentata da Marika Cassimatis, la candidata vincente delle comunarie del capoluogo ligure, poi annullate.

Cassimatis aveva battuto l’avversario Luca Pirondini, fedelissimo e preferito dal comico genovese, con 362 voti contro 338; salvo poi, vedersi annullare il risultato da Grillo in persona con un post sul blog del 17 marzo. I motivi? Cassimatis e i candidati della sua lista hanno “ripetutamente e continuativamente danneggiato l’immagine del Movimento 5 Stelle, dileggiando, attaccando e denigrando i portavoce e altri iscritti, condividendo pubblicamente i contenuti e la linea dei fuoriusciti dal MoVimento 5 Stelle; appoggiandone le scelte anche dopo che si sono tenuti la poltrona senza dimettersi e hanno formato nuovi soggetti politici vicini ai partiti”. 

Proprio questa dichiarazione sarebbe la diffamazione: la professoressa Cassimatis sostiene che non sia state scritte ( e in effetti ciò non è avvenuto) o quantomeno non siano state portate prove di un suo comportamento scorretto o denigratorio nei confronti del Movimento.

In una intervista al Corriere della Sera la Cassimatis sostiene di essere stata tolta di mezzo perché la vittoria di Pirondini, decisa a tavolino, non era andata in porto.

Contestualmente alla querela, Marika Cassimatis ha presentato anche un ricorso d’urgenza al Tribunale Civile dello stesso capoluogo ligure, con cui si chiede di bloccare la nomina di Luca Pirondini. Oltre a chiedere l’annullamento delle votazione on-line, l’insegnante punta alla riammissione del suo nome come vincitrice delle comunarie.

Quello che ha dell’incredibile in questa storia, specie per chi dall’esterno cerca di capire le dinamiche interne del M5S, è l’epilogo della vicenda: Grillo indice nuove votazioni sul blog, chiedendo di scegliere, in pratica, la partecipazione alle Comunali di Genova o la lista di Pirondini, unica ad essere rimasta in gioco. Il comico genovese, non da spiegazioni di alcun sorta ma si limita ad un lapidario: ‘’Se non capite, vi chiedo di fidarmi di me’’. Insomma uno vale uno, ma c’è un uno che vale di più.

Pirondini stravince e sarà, in attesa dell’esito dei ricorsi della Cassimatis, il candidato Sindaco. Nessuna obiezione interna a questa scelta: né parlamentare né dai semplici attivisti. Il verbo di Grillo non si discute, è l’atto finale. Ma come può, in questi ambiti, con queste catene, crescere il Movimento? Fin quando la classe dirigente verrà scelta da Grillo e Casaleggio come può il M5S pensare di ambire alla guida del Paese?

Le discussioni, ma anche le divisioni, gli scontri e l’unione delle forze rappresentano l’anima fondante di un partito o di un movimento. I nomi calati dall’alto, non sono una debacle da ‘’vecchio’’ partito?

Grillo dal canto suo, non ha per nulla intenzione di mollare il simbolo. Le ombre che si celano sul blog (chi controlla i voti?), sulla scelta della dirigenza del Movimento, il ruolo della Casaleggio Associati rendono il M5S scivoloso sul tema della democrazia. E, forse, non pronti per il Governo del Paese.

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