Cultura

«Harry e Meghan. Libertà», in esclusiva un estratto dalla biografia sui Sussex

La vita a Londra, sul divano a guardare serie tv, prima del royal wedding; il principe furioso contro i paparazzi durante il viaggio in Giamaica, il primo da coppia. In esclusiva, per VanityFair, un estratto della bio «bomba» in uscita in Italia dal 27 agosto per HarperCollins.

Londra cominciava a profumare di casa. Spesso, di sera, Meghan e Harry si rannicchiavano nel salotto modesto, fa­cendo maratone di serie televisive (le loro preferite erano Il Trono di Spade Breaking Bad). Avevano anche gli stessi gusti in fatto di film. Entrambi fan della Disney, amavano guardare pellicole come Oceania Il re leone. E grazie all’im­minente stagione degli Oscar negli Stati Uniti, Meghan era in possesso di una pila di screener inviati a elettori e membri del SAG-AFTRA, il sindacato americano degli attori.

Poiché faceva parte dell’organizzazione, poterono vedere i migliori film dell’anno comodamente a casa loro.

Di tanto in tanto uscivano, ad esempio per andare all’E­lectric Cinema a Notting Hill per vedere Il diritto di contare oppure per mangiare un boccone. Avevano i loro locali col­laudati, come la Soho House, il luogo del loro primo incon­tro, e il Sands End, un ristopub in stile rustico a Fulham. Il proprietario, l’ex ufficiale delle Guardie gallesi Mark Dyer, che aveva accompagnato Harry durante l’anno sabbatico, era sempre stato pronto a offrirgli consigli e sostegno. Harry e Meghan si sentivano a loro agio in quei luoghi, ma non poterono dire la stessa cosa quando andarono in Giamaica a marzo per le nozze di Tom Inskip. Il Round Hill Hotel and Villas a Montego Bay era troppo esposto per i loro gusti, ma la coppia ricevette assicurazioni che i quarantacinque ettari del resort sarebbero stati chiusi al pubblico per tutti e tre i giorni dell’evento. Così Harry prenotò una villa nell’angolo più lontano del resort, nascosta sotto la vegetazione lussureggiante, e la coppia prese un volo per i Caraibi.

Il primo giorno, il sole splendente e l’acqua turchese misero gli ospiti di buonumore. I festeggiamenti prosegui­rono fino a notte fonda, con i vecchi amici che bevevano cocktail e ricordavano i tempi andati. Ma dopo ventiquattr’ore, per Harry e Meghan l’atmosfe­ra si guastò. Le guardie del corpo che li avevano accompa­gnati in Giamaica scoprirono il fotografo di un’agenzia di Los Angeles che si aggirava nella proprietà. Lo buttarono fuori, ma ormai aveva immortalato sia la coppia stretta in un sensuale abbraccio sul minuscolo balcone privato sia Meghan che, con un bikini succinto, si concedeva qualche effusione in acqua con il principe.

Se Meghan era turbata, Harry era furibondo. Durante una nervosa chiamata al Palazzo, diede istruzioni categori­che. Quelle foto non dovevano essere divulgate. «Fate qua­lunque cosa sia necessaria» ordinò. Il responsabile delle comunicazioni gli assicurò che si stavano occupando della questione. Le successive telefo­nate all’agenzia, costellate di espressioni come «scandalo­sa violazione della privacy», fecero sì che gli scatti rubati non venissero mai messi in vendita e non comparissero da nessuna parte, neppure negli angoli più oscuri della rete (tuttora non sono mai stati pubblicati). Ma l’agenzia ave­va ancora intenzione di vendere le immagini della coppia in acqua, comprese decine di inquadrature del corpo di Meghan.

Nella camera da letto della villa, Harry urlava furioso. Meghan, preoccupata, capiva benissimo il suo stato d’ani­mo, sapendo che quel profondo rancore verso i media, sor­to dopo la morte di Diana, non era mai sparito, riaffiorando ogni volta che un reporter provava a mettere a segno uno scoop. Eppure non aveva mai visto il principe così arrab­biato. Nei precedenti episodi sgradevoli con i paparazzi, era riuscita quasi sempre a trovare le parole giuste per rabbonirlo. Spesso era l’unica in grado di calmarlo quan­do faceva una delle sue sfuriate. In Giamaica, tuttavia, Harry rimase frustrato per giorni. Era talmente abbattuto che persino gli amici notarono il suo umore cupo. Pur non avendo mai visto prima quel suo lato, Meghan non ne restò delusa. Piuttosto si rattristò a vederlo tanto demoralizzato.

Purtroppo non fu l’ultima volta che la stampa rovinò i loro piani. L’assillante attenzione dei media fu la ragio­ne per cui, in aprile, Meghan chiuse The Tig, annunciando che il suo amato progetto aveva fatto il suo corso. Il blog non fu tanto criticato quanto usato per alimentare false ipotesi sulla sua vita privata con il principe. Tutti i vecchi post diventarono articoli.

Se lei e Harry non si mostrava­no in pubblico per tre giorni, un blog di gossip prendeva da The Tig la ricetta dell’açaí na tigela, spacciandolo per il dolce che Meghan serviva al suo nuovo uomo. Oppure il post sui benefici della centrifuga verde: era quella la dieta che Meghan faceva seguire a Harry? No, era un articolo che aveva scritto tre anni prima. La situazione, che ormai rasentava il ridicolo, non era più adeguata alla vita di una royal girlfriend.

Dopo essersi concessa un momento per condividere al­cune delle sue citazioni preferite del sito («Essere se stessa è la cosa più bella che una persona possa fare», «Di una cosa siate certi: la felicità non si trova… si costruisce»Op­pure: «Viaggiate spesso: perdervi vi aiuterà a ritrovarvi»), Meghan si rivolse ai lettori. «Dopo quasi tre bellissimi anni di questa avventura con voi, è ora di dire addio a The Tig» scrisse in una lettera di commiato online. «Quello che è cominciato come un progetto fortemente voluto si è concretizzato in una sor­prendente iniziativa ricca di ispirazione, incoraggiamento, svago e leggerezza. Avete reso più luminose le mie giorna­te, regalandomi un’esperienza che mi ha riempita di gioia. Continuate a vivere momenti di scoperta, continuate a ri­dere e a correre rischi, e a essere “il cambiamento che vo­lete vedere nel mondo”. Soprattutto, non dimenticate mai quanto valete, come non mi sono mai stancata di ripetervi: voi, miei dolci amici, siete abbastanza.»

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