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IL COMMENTO DI NELLO MASCIA ALLA VENTUNESIMA GIORNATA DEL CAMPIONATO DI SERIE A

È ora di essere civili.

Sor Tuta entra in campo con la sciarpa di Macho-Mancio e con eleganza si sbarazza del chiasso e dei ciclisti doriani privi dell’estro di Fantantonio e del suo plurale, espulso troppo presto.

I piccioni padroni di Marassi non si scomodano.
Carduccianamente non degneranno di un “guardo” i soliti cori razzisti, la solita gragnuola di bombe dei nostri meravigliosi frombolieri, e le insolite orrende divise da torneo intersocietario che infagottano i beneamati.
I piccioni seguiteranno a beccare indifferenti e alieni, risoluti e puntigliosi.

A Macho-Mancio non gliene va bene una.
Kevin Lasagna, 23 anni, mantovano di San Benedetto Po, al 92° va in fuga, fra un nugulo di bidoni miliardari, lui che è stato pagato solo 75 mila euro, e non lo prende più nessuno.
Pari stra-meritato dai tessili.
Da oggi li chiamerò Mostardini. Per via della Maschera di Carnevale, Mostardino appunto, tipica della città di Carpi.
A loro l’arbitro aveva già negato un gol stra-regolare.

Non gliene va bene una al grottesco Macho viziato.
Sarà anche un po’ per colpa sua – dico – se una squadra costata un’ira di Dio, fa ridere i polli. E all’ombra del Pisellone orribilmente inzaccherato da scritte incivili, proprio non gli riesce di rubacchiare neanche un 1-0.

Ma lui, si dà una aggiustatina al ciuffo tinturato di fresco, e piagnucola. Offrendo prova ulteriore della sua statura di uomo, scaraventa tutte le responsabilità sulla squadra e se la prende stavolta col suo centravanti.
Uomini veri.

E’ ora di essere civili.

De Rossi a Mandzukic: “Stai muto, zingaro di merda”.
Niente da dire. Il sistema Tavecchio comincia a funzionare.

Triste e inquietante il commento di Spalletti.
“De Rossi doveva coprirsi la bocca”.
Uomini veri.

Ma De Rossi non è nuovo a certe imprese.
Ricordate lo striscione «Fieri di essere italiani» lanciato agli azzurri sul bus al Circo Massimo durante la festa per il Mondiale 2006?
Nell’ angolo in basso a sinistra, vicino alla scritta «Fidene presente», c’ era disegnata una croce celtica.
Lui, Er Pomata-Buffon e Pirlo-Lo Sveglio, sistemarono lo striscione con orgogliosa baldanza bene in vista.
Uomini veri.

Intristiscono anche con Spalletti i Sangue-Oro. E non solo per le cadute di stile del mister.
Era sceso allo Stadium per non prenderle e c’era quasi riuscito, impostando una partitaccia soporifera.
Ma è bastato un lampo del duo Pogba-Dybala, più spietati di Equitalia, e gli ergastolani sono all’undicesima di fila.
Proprio non si fermano più.

Si fermano i ceramisti nel derby emiliano dominato da Crisantemo-Donadoni, mister sottovalutato oggi che ha imparato il mestiere, e sopravvalutato ieri quando il mestiere lo stava imparando.

Gli stilnovisti ringraziano ancora una volta il genio ritrovato di Ilicic, che si conferma il miglior giocatore-da-fermo del campionato.

Fa il giro del mondo la misteriosa foto del bambino di spalle con la busta di plastica bianca, le strisce celesti dell’Argentina colorate con un pennarello, il numero 10 e il nome: Messi.
Secondo alcuni blog il bambino è iracheno e vive nella regione di Dohuk, in Iraq.
Per altre fonti invece sarebbe siriano.
Messi ha visto la foto e si è commosso. Ora sta cercando il bambino. E ha promesso di aiutarlo.

È ora di essere civili.

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