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IL MINISTRO DEI BENI CULTURALI DARIO FRANCESCHINI: “PORTEREMO L’ALTA VELOCITÀ FINO A PALERMO”

Il sud Italia, da sempre amato e ambito dai viaggiatori come destinazione turistica, porta con se dei problemi decennali che sembrano non trovare soluzione. Una questione irrisolta, rimasta li, sul filo di un rasoio è la mancanza di treni “Alta velocità”, che proseguono da Salerno in giù. Da li in poi, per i turisti ma anche per gli stessi cittadini, inizia il lungo calvario, per raggiungere le mete pugliesi, calabresi e siciliane.  “L’alta velocità non può fermarsi a Salerno: nel 2010 accenderemo i motori per il progetto dell’alta velocità nel mezzogiorno. Incominceremo a lavorare con incontri tecnici per vedere quanto può costare e se si possono coinvolgere i privati. Abbiamo iniziato i lavori per realizzare il Ponte sullo Stretto,  non si può non avere  l’alta velocità al Sud” furono queste le dichiarazioni di Altero Matteoli Ministro delle Infrastrutture e del trasporto, nell’anno 2010.

Oggi dopo quasi otto anni,  la questione, rimasta uguale, si riapre e ad intervenire questa volta abbiamo Dario Franceschini, il ministro di Beni culturali e del Turismo: “Non ha senso che l’alta velocità si fermi a Salerno: deve arrivare fino a Palermo e serve un’altra linea da Taranto a Bologna, non sto parlando di programmi del mio governo  ma di una grande direttrice di sviluppo che è una scelta strategica per il Paese” esclama il ministro, che ripone l’accento su un investimento (stavolta si direbbe) decisivo, che comporterebbe a sua volta l’intervento degli investimenti privati per sfruttare al massimo le “potenzialità enormi” dell’Italia.

Questo comporta il bisogno di moltiplicare gli attrattori e il turismo internazionale non solo locale. Sebbene, la  percentuale turistica in Italia sia cresciuta di anno in anno,  è necessario incrementare i costi per l’opportuna risoluzione. Siamo una miniera d’oro, ricca di un enorme patrimonio culturale, di luoghi paesaggistici,  e non si può escludere il Mezzogiorno dal non avere le stesse e opportunità di competizione con il centro e il nord del Paese, se tutto rimane ancora fermo l’Italia non vincerà mai la sfida della sua ripresa e il Sud ancora una volta ne subirà le conseguenze e non possiamo più permettercelo.

Martina Fiorentino

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