Economia e Welfare

Imbrattata Galleria Vittorio Emanuele II: si cercano gli autori

Ieri sera un gruppo di persone è entrato nella Galleria Vittorio Emanuele II imbrattando l’edificio.

L’atto vandalico, che ha visto coinvolti i giovani, è accaduto a Milano, vicinissimo al Duomo ed al centro della città.

Con vernice verde e azzurra hanno lasciato una scritta proprio sulla facciata dell’edificio, in alto. Tra i segni ci sarebbe anche una stella a 5 punte.

Dal Corriere della Sera si legge che i passanti hanno insultato i giovani con il loro gesto vandalico e la Polizia, accorsa subito sul posto, non è riuscita ancora ad identificare gli autori, scappati immediatamente.

La Polizia Locale ha affermato: “Ieri sera agenti del nucleo Duomo della Polizia locale, alle 22.28, hanno visto tre ragazzi sulla facciata della galleria che facevano i graffiti, hanno dato l’allarme e sono immediatamente saliti ma i tre intanto erano scappati nel dedalo dei tetti”.

I commenti sul gesto

Il gesto è stato anche commentato da Michele Albiani, consigliere comunale del Pd: “Chi ha permesso che c’ho avvenisse, allo stesso modo dei vandali, deve essere punito in maniera esemplare”.

In passato è già capitato che monumenti siano stati imbrattati, come la statua di Vittorio Emanuele II o anche la Fontana di Trevi a Roma.

Il consigliere Francesco Rocca afferma: “In Italia troppi writers vandali rimangono impuniti, soprattutto dopo la depenalizzazione di questo reato; la dimostrazione è lo stato di salute di molti edifici presenti nella nostra Nazione, soprattutto nelle grandi città; a Milano venne imbrattata da scritte anche la casa natale di Alessandro Manzoni e solo grazie all’intervento di volontari, il palazzo è tornato in un buono stato. Occorre quindi aumentare le pene nei confronti di chi compie atti vandalici danneggiando edifici e monumenti, il rischio emulazione è molto alto”.

Il consigliere leghista Paolo Bassi ha dichiarato l’episodio “shoccante”.

Prendiamolo come ‘punto zero’, come il livello più basso raggiunto dal quale ripartire. Non per spandere repressione a casaccio, ma per rivedere seriamente qualcosa che non funziona. Per riportare decoro, in centro come in periferia, senza distinzione”, ha concluso.

Si cercano ancora i giovani che hanno commesso il gesto sotto gli occhi di tutta Milano.

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