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IN SOMALIA CONTINUANO LE MUTILAZIONI GENITALI DELLE DONNE. E’ GIUNTO IL MOMENTO DI FERMARE UNA PRATICA DISUMANA

Hibo Wardere è una delle 200 milioni di bambine, ragazze e donne che nel mondo hanno subìto mutilazioni genitali femminili. Vive in Somalia, dove il 98% delle donne viene mutilato, e dove però ora tutto questo può cambiare: la Ministra per le Donne sta provando a vietare completamente questa pratica assurda e secondo gli esperti il supporto della comunità internazionale in questo momento può essere cruciale per l’approvazione finale della legge.

Nel Puntland, nel nordest del Paese, stanno approvando un bando totale e già in passato le riforme progressiste di questa zona sono poi diventate leggi nazionali. La ministra e questi leader locali stanno cercando di cambiare la vita delle bambine e delle donne somale, e un sostegno globale può dar loro la forza di far passare una nuova legge nazionale già nelle prossime settimane.

Le mutilazioni genitali femminili sono una assoluta violazione dei diritti umani. Sono una pratica pericolosissima, addirittura mortale in alcuni casi per le infezioni dovute alle scarse condizioni sanitarie, e le cicatrici possono causare seri problemi durante il parto e complicazioni mestruali. Molti credono sia una tradizione con origini religiose, una transizione all’età adulta che aumenta la possibilità di trovare marito. Ma molti leader islamici hanno denunciato da tempo che la religione con questa pratica non c’entra niente.

Certo, una nuova legge da sola non basterà e l’educazione pubblica sarà fondamentale per sradicare questa pratica. Ma questa riforma in Somalia può salvare migliaia di bambine che proprio in questo momento stanno per essere sottoposte a questa violenza. Le condizioni ci sono tutte – un governo progressista, un divieto parziale già annunciato, e tre quarti dei parlamentari che potrebbero sostenere questa iniziativa.

Un messaggio di speranza e incoraggiamento dalla nostra comunità da tutto il mondo può dare a questi coraggiosi leader la forza necessaria per arrivare al voto in Parlamento. L’Unicef, che lavora in prima linea incessantemente per contrastare le mutilazioni genitali femminili in Somalia, ci sta chiedendo una mano.

La nostra comunità ha sempre lottato contro la sottomissione e la violenza contro donne e bambine. La Somalia ha la maggiore incidenza al mondo di donne che subiscono la mutilazione genitale: se otteniamo un divieto proprio in questo Paese, esso può diventare un esempio e una speranza per gli altri posti dove si pratica ancora. Schieriamoci con le donne somale e con tutti quelli che vogliono mettere fine a questa crudeltà.

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