Cultura

‘It Will Be Chaos’ , il caos dei rifuggiati raccontato attraverso le immagini di un documentario che si pone alcune questioni

Si chiama  ‘It Will Be Chaos’ , ovvero Sara’ il caos. E’ un documentario prodotto da HBO, diretto da due italiani, Lorena Luciano e Filippo Piscopo e trasmesso in anteprima il prossimo 18 giugno dall’emittente televisiva statunitense per la Giornata mondiale del rifugiato. It Will Be Chaos si svolge tra l’Italia e i Balcani ed e’ un racconto in prima persona di cio’ che i rifugiati affrontano quanto scappano dai loro paesi. “Dovevamo decidere quale storia raccontare – hanno spiegato i due registi durante la presentazione a New York -. Queste persone vivono attraversando traumi e devono imparare a conviverci. Il trauma non va via anche se si sopravvive”.Il documentario vede ben cinque anni di riprese in loco e si apre con l’immagine forte delle bare che vengono scaricate a terra . Dell’incapacità dell’umanità di non sbagliare con gli altri esseri umani condannati a morte, perchè non vi è altra soluzione che partire per mare e andare incontro all’ignoto. Perchè si parte da terre lontane con la consapevolezza di non arrivare vivi, ma chiusi in una bara e senza nome e cognome, senza nessuno che piange nessuno. E’ l’immagini più triste che possa esserci, ed è l’immagine che si racconta . Ma c’ anche una storia che va a lieto fine,  quella di Aregai prima accusato di immigrazione clandestina,  riesce a raggiungere la Svezia con dei documenti falsi, dove chiede  e ottiene asilo politico.  Non c’e’ solo rabbia ma anche tanta umanità in queste storie di migrazione, che il più delle volte vengono raccontate sempre allo stesso modo, dove si parla sempre degli stessi temi, delle stesse situazioni, e non si pensa che invece delle parole basterebbe far parlare solo le immagini, mettendo lo spettatore dinanzi alla realtà dei fatti, e ponendo una sola domanda, una sola, se è possibile cambiare le cose veramente oppure no?

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