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LA CINA BANDISCE WINNIE THE POOH, OLTRE A CENSURARE ALICE NEL PAESE DELLE MERAVIGLIE

La Cina, da sempre terra ricca di misteri e di censure giornalistiche e di ogni sorta, ha bandito Winnie The Pooh. Lo ha già fatto con il personaggio dolce di Alice nel Paese delle Meraviglie, vietandolo ai bambini, perchè a suo dire sfruttava gli animali. Ma il motivo che oscura la figura dell’orsetto nato nel 1921, è perché viene spesso accostato al presidente cinese Xi Jinping. Infatti, sulle applicazioni di messaggistica Sina Weibo e WeChat, ogni messaggio che riguarda il cartone animato ha la scritta “contenuto illegale”. Inoltre i risultati di ricerca collegati a Winnie the Pooh sono stati bloccati su molti siti. Oltre al fatto che la Cina permette agli utenti di accedere alla rete attraverso dei cancelli di interconnessione, i cosi definiti great firewall, che veicolano l’informazione. La libertà in Cina non esiste. Vi è un sistema oscurantista preciso, che affoga la storia, promuove internet ma ha il pieno controllo su di se, vedendolo come utile allo sviluppo economico del paese. Ci sono tecnici che controllano la rete controllando le ricerche fatte dagli utenti nella rete, e cercando di ostacolare la memoria di percorsi storici dolorosi come il massacro fatto dall’esercito a Piazza Tienanmen il 3 e 4 giugno del 1989, a Pechino.  Non solo in Cina è vietato usare facebook perchè è stato oscurato nel 2009, i militari non possono frequentare siti d’incontro, non possono avere dei blog, il gioco d’azzardo è vietato, e non ultimo il termine “gelsomino” richiama la celebre “rivoluzione di gelsomini” e ciò è stato bloccato nelle chat, nei messaggi fra utenti, addirittura non si possono vendere questi fiori al mercato cinese. Il paradosso, in questo caso, supera ogni limite.

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