Economia e Welfare

La Comunità di Sant’Egidio: un porto di speranza

«Vogliamo essere vicino ai migranti, per questo motivo, se ci saranno altri sbarchi al porto di Napoli, noi saremo li ad aiutare i soccorsi». A parlare è Antonio Mattone, della Comunità di Sant’Egidio, che racconta di quando, a ferragosto, Napoli ha accolto gli oltre 1000 immigrati sbarcati al porto. «Siamo intervenuti per servire i pasti», dice, riferendosi alla catena di aiuti messa in piedi al porto della città.

Questa azione si inserisce già in una serie di iniziative che la Comunità porta avanti da anni. «Ci occupiamo tutto l’anno di assistenza agli anziani», continua Mattone, «ma in estate proviamo a coinvolgerli di più. Quest’anno, ad esempio, abbiamo organizzato una festa alla Sanità. Così come abbiamo fatto con i bambini, organizzando una colonia estiva o con i giovani detenuti, con i quali abbiamo organizzato alcune feste. Tra gli ospiti che sono venuti ci sono alcuni nomi importanti come Franco Ricciardi, Valentina Stella e Monica Sarnelli. Con i senza fissa dimora, invece, abbiamo organizzato una cocomerata nel cortile di San Severino e Sossio».

Tante iniziative che si vanno ad innestare in momenti di preghiera, come quello organizzato col Cardinale Sepe, per ricordare tutte le vittime innocenti di persecuzioni religiose. O ancora come l’incontro internazionale di “preghiera per la pace” che si terrà ad Anversa.

Le opere di carità non vanno in ferie. Nemmeno a ferragosto.

Potrebbe piacerti...