Cultura

LA “FINE” DELLE DOMENICHE GRATUITE AI MUSEI, LASCIANO POLEMICHE E L’AMARO IN BOCCA NEI TURISTI

Il  Ministro Bonisoli annuncia la “fine” delle domeniche gratuite ai musei, lasciando non poco mal contento nei turisti che girano le città d’arte oppure negli amanti dei musei italiani.

“Non avete idea dei commenti che sento a livello internazionale. Non capiscono questa strategia e non l’apprezzano. Rischiamo di svalutare”. Per il ministro “a novembre chi va a Pompei? Magari a novembre va bene, apriamo gratis anche tutte le domenica. Ma quando sono costretto ad aprire gratis la prima domenica di agosto – spiega – con migliaia di stranieri che arrivano e pensano che gli italiani sono pazzi a farli entrare gratis. Lascerò maggiore libertà ai direttori: se un direttore vuole mettere una domenica gratuita non c’è niente di male, è l’obbligo che non funziona”. Mentre dal canto suo, chi le ha istituite, Dario Franceschini  chiede che il governo “lasci stare ciò che funziona”. ma quello che preme oltre alle visite ai musei è l’occupazione giovanile, carnete nel settore cultura, infatti annuncia il Ministro che: . “Nei prossimi tre anni abbiamo 3.400 persone che andranno in pensione e circa un centinaio di idonei in graduatoria nei concorsi precedenti .  Perciò anche nel 2019 saranno banditi concorsi scaglionati nel tempo per evitare il tappo generazionale”. Si lascerebbe, tuttavia, maggiore libertà ai direttori dei Musei, che decideranno se inserire la domenica gratis che per Franceschini l’idea “creerebbe un grosso disagio e non avrebbe lo stesso impatto”.

Le domeniche gratuite erano state volute da Franceschini a partire dal luglio 2014: «In questo modo  si rende più equa la gratuità, non legandola, a eccezione che per gli under 25, ad anacronistiche fasce d’età che peraltro non corrispondono più alle effettive differenze di reddito. Poi si evita, in questo modo, l’assurdità che anche facoltosi turisti stranieri over 65 non paghino il biglietto».

Un qualcosa che dopo il caldo dell’estate sparirà, per lasciare una maggiore libertà a chi dirige i siti culturali, mentre ai turisti che magari diminuiranno perche non tutti possono permettersi di sostenere il costo di un biglietto, resta forse l’amaro in bocca.

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