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LA LETTURA A POGGIOREALE PER COMBATTERE LA VIOLENZA. L’INCONTRO TRA LA SCRITTURA E LA CRONACA NERA PER TENTARE DI TRARRE IL “MIELE DALLA MORTE”

«I libri sono un piacere che non crea dipendenza ma indipendenza». È così che Samuele Ciambriello ha aperto ieri l’ incontro nel carcere di Poggioreale, nell’ambito dell’iniziativa “La lettura libera”, che ha coinvolto quaranta detenuti dei padiglioni Livorno e Firenze.

Il progetto, promosso dall’associazione “La Mansarda”, di cui Ciambriello è presidente, prevede la lettura di testi all’interno di due padiglioni, il confronto con i volontari e dopo quattro settimane, l’incontro con gli autori. Questa volta, il dibattito si è concentrato su due testi scritti da Giuliana Covella, Rapido 904 la strage dimenticata ( ed. Graus) e “Fiore … come me”(ed. Spazio creativo) , e il resoconto della tragica vicenda di Annalisa Durante ad opera di Paolo Miggiano, intitolato Ali Spezzate ( ed. di Girolamo) .

All’ incontro, oltre ai quaranta detenuti, ed una decina di volontarie dell’associazione “La Mansarda”, unitamente a Lidia Ronghi, presidente della Cooperativa il Quadrifoglio, hanno partecipato il direttore del carcere, Antonio Fullone, il comandante della polizia Penitenziaria, Gaetano Digli e il responsabile dell’area giuridico – pedagogica, Ercole Formisano, il quale nel suo intervento ha sottolineato come queste attività abbiano il grande pregio di risvegliare le coscienze mantenendo viva l’attenzione e non facendo sentire i ristretti dimenticati. Gli scrittori hanno risposto alle curiosità dei ristretti, incentrandosi su alcune tematiche, quali ad esempio il dolore dei familiari delle vittime e le eventuali reazioni a questo, dall’ estremo negativo della vendetta a quello positivo dell’operato sociale come nel caso del padre di Annalisa Durante che ha convertito il dramma subito realizzando un’opera utile al fine di combattere, la criminalità organizzata. Giovanni Durante, ha costruito una biblioteca, scegliendo la cultura come arma per interrompere il ciclo della violenza innestato dall’odio, dall’ ignoranza e dal mal costume. Quale esempio più prezioso che questo, quindi, per rappresentare lo spirito dell’ iniziativa, il cui scopo è quello coraggioso di entrare nelle mura della pena per ritagliare spazi di libertà, ed espiazione. Non solo però l’iniziativa di un singolo individuo poiché l’ ardore e la generosità di uno deve sempre potere rispecchiarsi nella azione pubblica e quindi nel conforto di uno stato vigile sul territorio. Quest’ultima rappresenta per tutti, detenuti compresi, il grande limite dello Stato attuale della politica italiana incapace di rispondere all’ esigenze e sicurezze da un lato e reintegrazione dall’altro. Proprio la politica, insieme alla cultura, dovrebbe innanzitutto rompere il tabù costruito intorno a queste tematiche, un silenzio nel quale hanno inteso nascondere un colpevole assenteismo. Citando come Roberto Benigni descrisse l’operato di Giovanni Durante, tutti noi dovremmo imparare a tirare fuori il Miele dalla morte.

Nel concludere l’incontro, il presidente Samuele Ciambriello ha auspicato che “quest’esperienza diventi una specie di scuola di pace, un luogo di relazioni in cui sci si accetta nelle reciproche diversità, perchè queste iniziative riducono le distanze tra le persone e come la cultura riduce anche le diseguaglianze“.

Poggioreale, da alcuni mesi grazie a questa iniziativa, è diventato una sorta di libreria e di caffè letterario sui generis.

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