Economia e Welfare

Le parole di Ciambriello su “Marika”, il libro scritto da Nino Mandalà, e sulla situazione nelle carceri campane

Si è tenuta stamattina alle ore 11, presso l’aula Santangelo del Consiglio Regionale della Campania, la presentazione di “Marika”, il libro scritto da Nino Mandalà, avvocato e politico siciliano. A presenziare alla conferenza vi erano, oltre all’autore del romanzo, Samuele Ciambriello, Garante campano delle persone private della libertà personale, Don Tonino Palmese, Garante dei detenuti di Napoli e Diego Guida, amministratore delegato di Guida Editori.

Queste le parole di Samuele Ciambriello prima della presentazione del libro:

“Un viaggio psicologico che fa riflettere, sperare, sognare, di una persona laureata in legge che ha fatto politica in Sicilia, accusato di legami con la mafia. Ha fatto 7 anni di carcere e ha subito un processo che è durato appena 18 anni. Come dice lui stesso, l’esperienza in carcere l’ha portato già 4 anni fa a scrivere un libro con l’ex moglie di Gianni Morandi, Laura Efrikian.

E poi in questi anni confrontandosi con me gli ho detto di scrivere d’amore e lui ha seguito il mio consiglio. In questo romanzo c’è un’intensità emotiva che è di chi vive il tempo in carcere e il tempo anche di un processo, che ti tirano fuori qualcosa. Nel suo caso lui ha questa vena da scrittore e la usa per convertire il dolore in speranza, la morte in vita ed è ciò che esce fuori dal romanzo di Nino Mandalà”.

Dopo aver parlato del romanzo, il Garante campano ha affrontato il tema dell’alto numero di giovani all’interno delle carceri e della delinquenza minorile in crescita, a Napoli e in Campania:

“Il rapporto presentato pochi giorni fa ha fatto emergere un paio di dati: il primo è che in tutta la Penisola abbiamo 17 istituti penitenziari. Poi all’interno di questi troviamo molti detenuti che commettono piccoli reati e che poi provano ad evadere. Dobbiamo interrogarci su questo: vale la pena punire per rieducare o bisogna prevenire? Il 90% dei ragazzi che vengono in contatto con i servizi sociali non hanno la scuola dell’obbligo, quello è un segnale lampante. E anche su questo tema c’è un paradosso: negli ultimi 2 anni il provvedimento per i loro genitori è passato da una multa di 20 euro a 2 anni di carcere. Sui minori bisogna riflettere senza populismo penale e politico, sapendo che l’investimento va fatto sulla prevenzione”.

In conclusione, Ciambriello si è espresso anche sul tema dei suicidi nelle carceri e riguardo la necessità di figure sociali che aiutino i detenuti:

“In Italia siamo arrivati già a 20 suicidi nelle carceri, in Campania 5. Chi si toglie la vita in carcere lo fa per diverse motivazioni e questi drammi spesso avvengono pochi giorni dopo l’arrivo nei penitenziari o in buona parte poco prima che il detenuto finisca di scontare la sua pena. I reclusi non parlano con psicologi, psichiatri, mediatori linguistici, assistenti sociali: abbiamo bisogno di figure sociali di ascolto nelle nostre carceri, i tentativi di suicidio stanno aumentando sempre più. Recentemente tra Poggioreale e Secondigliano abbiamo avuto già 3 tentativi di suicidio, uno a Santa Maria Capua Vetere. Bisogna intervenire sul carcere, che non può essere una risposta semplice a bisogni complessi”.

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