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MARINA DI CAMEROTA : TRA STORIA E LEGGENDE

Marina di Camerota è il centro più popoloso (3 500 abitanti) del comune di Camerota, in provincia di Salerno, immersa nel Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, quindi protetta dall’Unesco quale patrimonio mondiale dell’umanità e riserva della biosfera. All’inizio era solo una manciata di case abitata da pescatori e contadini assegnati alle fortificazioni costiere, ma a un certo punto l’abitato iniziò ad espandersi accogliendo genti provenienti dalla costa sorrentina e amalfitana. Fu verso la metà dell’ottocento che il paese sul litorale, cresciuto intorno alla chiesa dedicata a San Domenico, prese il nome di Marina di Camerota .Il cuore del paese ha mantenuto l’aspetto dell’antico borgo marinaro, presentandosi ai turisti pittoresco e suggestivo come in poche altre località della costa. Il centro storico è un intreccio di vicoli, che si trasformano in scalinate e ponti, incrociandosi nella piazza della chiesa per proseguire fino al lungomare. Ed è in questi vicoli che si svolgevano le attività quotidiane: sotto arcate e voltoni si riunivano le donne per cucire o ricamare, intrecciare i canestri o il libano, una corda vegetale utilizzata in marina e dai pescatori. Sui vicoli si aprivano gli ambienti nei quali si cucinava, si mangiava, si lavoravano per la conservazione il pescato e i prodotti dell’orto. Molti i luoghi interessanti da visitare , a cominciare dal confine con Palinuro, lungo la cosiddetta Cala del Cefalo si ritrovano grotte che fino all’epoca delle scoperte erano abitate da pastori con le famiglie: tra di esse, sono da menzionare la Grotta del Pesce, quella dell’Autaro e quella Caprara (quest’ultima, oggigiorno, ospita una famosa discoteca). Ai margini settentrionali dell’abitato, esisteva la Grotta della Calanca, oggi non più esistente per via di un crollo. Altre importanti sono la Grotta Sepolcrale o del Poggio, la Grotta di Manfregiudice (a pozzo e pericolosissima), la Grotta della Serratura (sulla spiaggia di Lentiscelle, e così chiamata per la sua forma), la Grotta della Cala o dell’Uomo preistorico ed il Riparo del Poggio o Nicchia Gamba (che rappresenta i resti di quella che fu una grotta, crollata già in epoca preistorica). Altre ancora si trovano sulla costa e sono raggiungibili solo via mare: tra queste, sono da menzionare la Grotta di Santa Maria e la Grotta delle noglie o delle noie, cosiddetta per il doppio ingresso a forma di salsicce napoletane (dette appunto noglie). Nel 1960, alcuni resti di crani umani ritrovati nella Grotta Sepolcrale e, mal ricostruiti, fecero per breve tempo ritenere che fosse stato ritrovato un “anello mancante” nella catena evolutiva umana, giacché i reperti (risalenti al Paleolitico Medio) si presentavano come quelli di un individuo dal mento sporgente e dalle notevoli capacità craniche, in netta contrapposizione all’Uomo di Neanderthal. Al presunto ominide venne dato il nome di Homo Camerotensis, ma dopo poco tempo studi approfonditi ne fecero cadere la già debole identità. Il meraviglioso paesaggio cilentano presenta anche numerose leggende come quella della sirena del marinaio Palinuro che navigando lungo le coste del Cilento, scorse la femminea figura di Kamaraton, una sirena così bella che portò il nocchiero alla follia d’amore. La ninfa acquatica era tanto bella quanto superba, e per pura cattiveria respinse le dichiarazioni accorate del giovane marinaio che, stravolto dalla passione, seguì la sirena sino al fondo del mare, perdendo così la vita.Venere, dea dell’amore e madre di Enea, fu sdegnata da così tanta crudeltà e trasformò la sirena in nuda roccia: un promontorio rivolto verso il mare. Fu per sempre costretta a mirare il mare che non avrebbe mai più raggiunto, luogo dove l’uomo che più di ogni altri l’aveva amata aveva perso la vita per lei e del quale le spoglie, raccolte dalla stessa Venere, giacevano in un promontorio nelle immediate vicinanze. Nacquero così, rispettivamente, Camerota e Capo Palinuro, che distano appena otto chilometri circa. Ma se durante il giorno il cuore dei viandanti è affascinato, al calar delle tenebre esso rimane pietrificato dal terrore.

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