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Paolo Gentiloni: “Fermare gli scafisti”!Le navi italiane partiranno per la Libia.

Il governo  Italiano dà il via libera all’invio di navi in Libia e il decreto, varato oggi dal Consiglio dei ministri, sarà dalla prossima settimana all’esame del Parlamento. Lo scorso mercoledì, Paolo Gentiloni aveva annunciato , durante l’incontro a Roma con il premier libico al-Serraj, la richiesta di supporto da parte delle autorità libiche. Poi ieri sera media libici avevano riportato che lo stesso al-Serraj aveva negato di aver chiesto all’Italia di inviare navi nelle acque territoriali libiche, assicurando che “la sovranità della Libia è una linea rossa”.

Si tratta di un  “giallo” che lo stesso Gentiloni ha voluto disinnescare, spiegando che “quanto approvato è né più e né meno quanto richiesto dal governo libico” e “non è una iniziativa contro la sovranità libica”. Sottolineando, in una dichiarazione alla stampa al termine del Consiglio dei ministri che : non sarà “un enorme invio di grandi flotte, squadriglie aeree e cose di questo genere.

Per il Premier si tratta di  un passo molto importante nel percorso di stabilizzazione della Libia e per contrastare l’immigrazione clandestina. “Io non ho mai negato in questi anni e tantomeno nei mesi da presidente del Consiglioche il percorso di stabilizzazione della Libia è una priorità ma è accidentato, non è un’autostrada in discesa e quindi senza enfasi sottolineo che questo passaggio può essere rilevante e importante e che può dare al percorso di stabilizzazione e ai riflessi sui flussi migratori e quindi sull’Italia conseguenze rilevanti”.

Quindi l’Italia continuerà ad impegnarsi per rafforzare il ruolo di Unhcr e Oim, che gestiscono i campi di accoglienza in Libia , assicurando la grande capacità di accoglienza nel rispetto dei diritti umani .Il provvedimento sarà dalla prossima settimana, forse già da martedì, all’esame del Parlamento, a partire dalle commissioni Esteri e Difesa di Camera e Senato.  Conclude Gentiloni : “Sono convinto e mi auguro che questa decisione in Parlamento possa avere il consenso più largo”.

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