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Profumo, Napoli è sempre stata “città della conoscenza”

L’Ad di Leonardo: “Ha offerto ambiente favorevole alla ricerca

 

 

“Nella storia dell’innovazione italiana, Napoli ha rappresentato una vera e propria ‘città della conoscenza’, che ha alimentato il rinascimento industriale del Paese e il suo rapido ingresso nel club delle nazioni avanzate. Il tutto, all’insegna di una visione globale ed interdisciplinare dell’innovazione”. Lo ha detto l’ad di Leonardo, Alessandro Profumo, nel corso della lectio magistralis tenuta in occasione del conferimento della laurea honoris causa in Ingegneria dei materiali all’università “Federico II” di Napoli.

    “Negli anni del Miracolo economico, mentre la tecnologia italiana raggiungeva traguardi fondamentali nella meccanica, nell’aerospazio e nella chimica, Napoli ha offerto un ambiente favorevole alla ricerca scientifica e ad applicazioni tecnico-industriali negli ambiti più disparati, dalla fisica alla cibernetica, passando appunto per la scienza dei materiali”, ha osservato Profumo, ricordando che “è una tradizione che continua anche oggi: con il polo tecnologico di San Giovanni a Teduccio, ad esempio, che rappresenta un modello di sviluppo per tutto il Mezzogiorno d’Italia, capace di connettere università, imprese e start up per favorire il trasferimento tecnologico e l’alta formazione”.

    Leonardo, ha detto ancora Profumo, “è parte integrante dell’ecosistema Campania, grazie alla sua capacità di interconnettere il mondo della produzione con l’intera filiera dell’innovazione, dalle università e centri di ricerca alle tante PMI che contribuiscono a creare l’eccellenza tecnologica del made in Italy nel mondo; un modello che si propone di sostenere una crescita inclusiva e di lungo periodo, con ricadute per l’intera società”.

    In Campania, Leonardo è presente con 6 sedi principali, fa affidamento su una supply chain di più di 300 imprese locali e sostiene oltre 16.000 occupati tra diretti, indiretti e indotto, un impegno che non è venuto meno neanche nelle fasi più critiche degli ultimi tre anni, in un contesto di forte riduzione del business mondiale dell’aeronautica. (ANSA).

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