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Progetto di musicoterapia nel carcere minorile di Airola. Il Garante Ciambriello: «la musica entra in carcere per risvegliare la sensibilità emotiva e preparare i giovani all’inclusione sociale».

Nella giornata di oggi è stato presentato, nell’Istituto di pena minorile di Airola, il progetto di musicoterapia, promosso dall’associazione culturale e musicale “Ad alta voce” del maestro Carlo Morelli del teatro San Carlo di Napoli e di cui fanno parte diverse decine di musicisti e cantanti. All’incontro era presente la Direttrice Marianna Adanti, il Garante campano dei detenuti Samuele Ciambriello, lo stesso maestro Carlo Morelli, il musicista Alessandro Carpentieri e la criminologa Erica Gigante, dello staff del Garante.

Il progetto, voluto dal Garante campano Ciambriello, si concluderà con uno spettacolo canoro.

«La giornata di oggi è stata organizzata per incontrare i ragazzi dell’Istituto di Airola e spiegare loro il senso del progetto di musicoterapia, che può essere concepito solo all’interno di un contesto relazionale che abbia come fine ultimo l’uomo, le sue sensazioni, il suo disagio. L’arte crea e rigenera emozioni. La musica, in particolare, è un importantissimo veicolo di socializzazione, fondamentale per ricucire lo strappo tra sé e sé, ma anche tra sé e il mondo. Questo progetto rappresenterà un momento di esplorazione delle proprie emozioni, di progettualità del futuro. È importante che la musica entra in carcere, perché aiuta a risvegliare la sensibilità emotiva di questi giovani», ha dichiarato il Garante campano Ciambriello, all’uscita dal carcere di Airola.

Nell’Istituto penale minorile sono presenti 25 giovani ristretti, di cui 7 immigrati.

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