Economia e Welfare

QUESTIONE PENSIONI: DA GENNAIO 2018 LE DONNE ANDRANNO IN PENSIONE COME GLI UOMINI, A 66 ANNI E 7 MESI

A gennaio  2018 scatta l’unificazione dell’età per la pensione di vecchiaia tra uomini e donne con l’aumento di un anno per le dipendenti private e il passaggio a 66 anni e sette mesi. L’età per l’accesso alla pensione di vecchiaia sarà la più alta in Europa e il divario si accrescerà nei prossimi anni con l’adeguamento dell’età di vecchiaia all’aspettativa di vita e il passaggio atteso a 67 anni nel 2019. In Germania è previsto il passaggio a 67 anni per l’uscita nel 2030, in Francia dopo il 2022 e nel Regno Unito nel 2028.Una parità non proprio vantaggiosa, mentre le differenze di genere restano ancora tante. Un anno dopo rispetto a oggi, un record in Europa. Non è una sorpresa perché lo scatto era previsto dalla riforma Fornero, che nel 2011 ha alzato l’età della pensione per tutti fissando anche le tappe per la progressiva unificazione dei requisiti tra uomini e donne, già raggiunta due anni fa dai dipendenti della pubblica amministrazione. Tuttavia, si lavora ancora su questo punto che vuole portare le donne ad essere pensate come l’altro sesso, ad avere le stesse opportunità e gli stessi termini, scadenze da rispettare. Quello offerto dal governo finora è solo  uno sconto di due anni sui contributi necessari per accedere all’Ape social,  che da l’opportunità  di lasciare il lavoro tre anni e sette mesi prima del previsto senza vedersi ridurre l’assegno. I  contributi scenderebbero da 30 a 28. Ma per i sindacati, che oggi vedranno il ministro del Lavoro Giuliano Poletti proprio per discutere di previdenza, non basta.  Ma il governo sta studiando  la possibilità di riconoscere il lavoro di cura svolto dalle donne, per i figli o per i genitori disabili, dando loro una adeguata pensione. La riflessione è in corso, l’esito ancora incerto, ma tuttavia il  bambino o l’anziano del quale la madre si prende cura, dovrebbe avere un’invalidità totale, mentre la madre dovrebbe essere disoccupata. L’Italia si muove, o meglio cerca di muoversi, non perdendo di vista le sue priorità: il lavoro ai giovani che manca, e lo spigoloso sistema delle pensioni. Questa volta, però il vento sta cambiando, e nell’agenda politica, vi sono anche le donne, la parità fra i due sessi, parità che anni prima veniva prettamente ignorata e ritenuta, erroneamente, già raggiunta. Non è così.

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