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RENZI AL LINGOTTO DI TORINO:”Oggi si può difendere la società aperta solo se riportiamo nel nostro campo alcune parole chiave.”

Si è aperta a Torino la tre giorni che segna l’inizio della campagna congressuale di Matteo Renzi

Il Pd torna a casa per ripartire insieme. E lo fa dal Lingotto di Torino, dove tutto iniziò dieci anni fa con Veltroni.

Centinaia di amministratori, parlamentari, supporter, ma anche molti osservatori. La scenografia è quella dei grandi eventi. Lo è anche il clima che si respira: sorrisi, voglia di partecipare, ma soprattutto tanta attesa di conoscere i lineamenti del nuovo volto che da maggio potrebbe assumere il Pd. Più che altro un cammino, come ricorda l’hashtag che accompagnerà l’intero percorso (#incammino, appunto).

In apertura prende la parola Matteo Renzi: “Da tre mesi la politica italiana sembra bloccata, dopo il referendum, noi abbiamo il compito di fare tesoro degli errori commessi e restituire una speranza al paese, abbiamo scelto il Lingotto perché pensiamo che sia interessante ripartire da luoghi che hanno segnato la nostra storia e la nostra tradizione. Il Pd deve rivendicare il futuro come cifra della sinistra, e non rassegnarsi a che la paura sia l’arma elettorale degli altri e il tema dominante“.

Tre gli obiettivi di questa campagna proposti da Renzi: “Il primo: offrire una visione dell’Italia per i prossimi dieci anni. Il secondo: proporre una classe dirigente non improvvisata. Il terzo: dare ai nostri concittadini la possibilità di guardare al futuro con un sentimento diverso dalla paura, che non può essere l’unica prospettiva”.

E ancora: “Non siamo qui per ripartire, perché non ci siamo mai fermati. E non siamo qui neppure per cercare un titolo per i giornali. In questo senso lo dico chiaramente: noi sosteniamo convintamente il governo Gentiloni. Siamo qui per discutere, per dibattere, per ridare un senso alla parola compagni. Dobbiamo puntare in alto, avere un’dea chiara, se il mondo è minacciato da Trump e dalla Le Pen noi non possiamo passare il tempo a dividerci”.

Il tema chiave, secondo Renzi, è la sfida europea. “Bisogna lavorare meglio sulla difesa e sulla sicurezza comune dei cittadini europei. Poi c’è il grande tema della moneta, del fisco, della ricerca, delle grandi reti. Servono proposte concrete: la nostra è quella di rimettere in campo il principio democratico dell’Europa. L’Italia deve impegnarsi per l’elezione diretta del presidente della Commissione. Democrazia, non burocrazia“.

Il Pd in Italia – continua Renzi – è l’unica alternativa al doppio modello: partito azienda da una parte, partito algoritmo dall’altra. Chi spara contro questa comunità in questo momento indebolisce l’argine della tenuta democratica di questo Paese. L’identità tra la guida del governo e la guida del partito di maggioranza è un elemento costitutivo di tutti i sistemi europei. Detto questo, dobbiamo lavorare meglio sul modello-partito, fare della collegialità una nostra caratteristica, anche per questo abbiamo presentato un ticket, con Maurizio Martina, e non un solo candidato”.

E poi un annuncio: “Abbiamo un problema con il web, perché il sentiment del Sì al referendum costituzionale era assai più basso di quello del No e questo non dipende solo dai ‘troll’ utilizzati dagli altri. Domenica presenteremo la nostra piattaforma digitale. Si chiamerà non ‘Rousseau’, ma Bob, come Bob Kennedy. Chi vorrà avrà la sua password con il suo pin. E’ la piattaforma che si collega con le feste dell’Unita’. Non lasceremo la straordinaria invenzione del web nelle mani di chi fa business e soldi con gli ideali degli altri“.

Infine il grande tema del lavoro: “La questione che ci deve caratterizzare è quella che sta all’articolo 1 della nostra Costituzione. Oggi l’Istat ha dato i dati: il numero degli occupati è il più alto dal 2013. Settecentomila posti di lavoro in più non sarebbero stati possibili senza la riforma del lavoro e del mercato del lavoro. Noi però abbiamo bisogno di dirci alcune cose: si deve combattere la povertà, non la ricchezza. Abbiamo cominciato solo adesso a finanziare le politiche che creano l’occupazione, dobbiamo continuare. Va respinto il principio che sta alla base del reddito di cittadinanza, noi vogliamo un Paese fondato sul lavoro, non sull’assistenzialismo e sui sussidi. L’alternanza scuola-lavoro è un tema fondamentale, funziona in Austria, funziona in Germania, funziona in provincia di Bolzano, perché non può funzionare in Italia?”.

In conclusione, Renzi torna sul macro-tema del suo intervento: la difesa della società aperta, oggi minacciata sotto i colpi del trumpismo e del populismo. “Oggi si può difendere la società aperta solo se riportiamo nel nostro campo alcune parole chiave: la parola identità è una parola di sinistra, non possiamo lasciarlo alla destra. Dal Lingotto lanciamo un messaggio sul futuro: basta alle polemiche e alle battaglie personali. Noi non ci facciamo impaurire e rilanciamo sui contenuti: questo è il nostro Partito Democratico”.

“Io ci sono – conclude Renzi rivolgendosi alla platea – con la mia energia e con le mie ferite. Ma ci sono perché ci siete voi. La missione del Pd è dare un’anima democratica all’Europa, prendersi cura dell’Italia e riaffermare un’identità di un patriottismo dolce a questo Paese e alla nostra gente”.

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