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Scorsese, la Reggia e la bufala del Corriere del Mezzogiorno

Esistono delle vittime predestinate, soprattutto ora che il concetto di informazione si è dovuto estendere, per non dire slabbrare, in vari campi di applicazione, tanto da ricondurre a un’unica realtà globale la stampa cartacea, i new media, internet e i social network. Tanto da far impallidire il concetto stesso di giornalismo.

Vittime sono persone, magari protagonisti dello show business o della politica, ma vittime sono anche città, luoghi, monumenti. La Reggia di Caserta ne è uno splendido e sfortunato esempio. Certamente questo ruolo deve esserselo in passato conquistato, diciamo così meritato, in base a precedenti disavventure, forse non ancora del tutto risolte. Ma è da un po’ di tempo che la Reggia vanvitelliana sembra sia diventata l’origine di ogni male, il catalizzatore di eventi malefici, il capro espiatorio di ogni scelleratezza umana. Infatti, devo dire che mi sono stancata di dover convincere – e lì dove posso li accompagno di persona – i miei amici non casertani che la bellezza del monumento è pressoché inalterata, che non è quel rudere che alcuni vogliono far credere. Succede quindi che appena la prima “bufala” si sganci dalla mandria e si avventuri su internet, ecco allora che – essendo noi in Terra di Lavoro abituati alle bufale, ma quelle vere, con tanto di corna – la prima vittima che incontra è la nostra Reggia. E mentre scriviamo, a conferma di ciò, ecco comparire su un blog casertano qualcuno che si lamenta che nella Cappella palatina c’è una colonna (a dire il vero più di una) gravemente lesionata. Ma lo sanno che tale splendore subì un terribile bombardamento nella Seconda Guerra Mondiale e si decise di lasciare come monito i segni visibili della barbarie umana!

Ma andiamo su una “bufala” di maggiori proporzioni. C’è una testata cartacea, il Corriere del Mezzogiorno, figlia diretta di un simbolo del giornalismo internazionale, il Corriere della Sera, che da un po’ di tempo, forse per crisi di vendite, ha iniziato a perpetrare la difficile strada dello scandalismo, difficile soprattutto per una testata che non ha mai dovuto far ricorso a questi artifici. Già nei giorni scorsi il Corriere del Mezzogiorno aveva tentato un maldestro scoop sull’Ospedale di Caserta (gli ospedali sono altre vittime predestinate), riferendo di un batterio-killer. La non-notizia è stata subito smentita dalle indagini batteriologiche. E il bello è che il quotidiano ha inscenato anche una replica, una volta acquisiti i referti degli esami. Quanto sarebbe stato meglio tacere!

Ma veniamo alla “bufala” cinematografica del Corriere del Mezzogiorno. A dire il vero nello stesso infortunio è incappata anche la Repubblica, ma ha saputo fare ammenda nel suo settimanale Il Venerdì. Quindi, mal comune mezzo gaudio si direbbe. Ma non è così. Perché il Corriere del Mezzogiorno ha creduto di aprire un vero e proprio “caso”: la produzione del prossimo film di Martin Scorsese avrebbe chiesto di utilizzare la Reggia di Caserta, fornendo anche adeguato compenso, e nessuno si sarebbe preso la briga di rispondere, né la Soprintendenza né altre istituzioni, tanto da costringere la Focus Features a scegliere Venaria. Ma c’è da chiedersi: era mai possibile che Martin Scorsese, uno dei più grandi registi, una delle persone più note al mondo, avesse affidato la produzione del suo film a una casa di produzione così inetta da non riuscire a interloquire e a convincere i casertani a ospitare le riprese del film? Ve l’immaginate che Scorsese decide un luogo e la sua produzione non è capace di parlare con le persone giuste! Il tutto mentre sono in ballo milioni e milioni di euro! La “bufala” non poteva e non doveva essere creduta. Solo un’ansia di sensazionalismo può far credere a qualcuno che anche le bufale possano volare. Ma le bufale hanno le gambe corte…

Va detto che il sindaco Del Gaudio si è preoccupato eccessivamente di dover fare una smentita sui presunti contatti, adducendo fin troppe motivazioni e proponendo addirittura soluzioni. Bene ha fatto invece la Soprintendenza a fare la più secca delle smentite, usando un tono perentorio, l’unico utilizzabile in errori giornalistici come questi. Ora che la Focus Features ha fatto le sue utili ma non necessarie (visto che nessuno ci credeva) smentite, specificando che non c’è stato nessun tentativo di contatto con la Reggia di Caserta, qualche dubbio in noi persiste sull’autenticità e sull’utilità di girare un film, “The manipulator”, sulla vita del businessman Alessandro Proto. Ma questo dubbio potrà scioglierlo solo sua maestà Scorsese.

 

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