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Terra dei Fuochi: servono parole chiare

«I risultati sono molto tranquillizzanti, molto di più di quanto sia stato detto o fatto. Non c’è alcun problema che non sia riconducibile alla geologia dei luoghi o alla storia agricola dei territori. Il problema, invece, va ricercato nella grossa confusione creata dalla campagna mediatica spietata e denigratoria sferrata sulla Terra dei Fuochi.  Si è fatto passare il messaggio che su questa area ci sia stato un inquinamento diffuso ovvero che tutto il territorio sia stato interessato da problemi di contaminazione di diversa origine. In effetti, esiste il problema, ma si tratta di inquinamento puntuale, bisogna individuare i punti critici di questo sistema, gestito male, che è quello del ciclo di rifiuti. Questo è l’unico vero problema». Parole rassicuranti arrivano dal professor Giancarlo Barbieri docente di produzioni vegetali alla Federico II di Napoli che abbiamo incontrato a margine di un incontro pubblico promosso dalla Confederazione Italiana Agricoltori sul tema: “La giusta informazione su Terra Felix”.

Cosa è necessario fare per sottolineare il valore del territorio e combattere la disinformazione che negli ultimi tempi ha interessato la Terra dei Fuochi?

«Bisogna, innanzitutto, abbandonare l’idea di un inquinamento diffuso e concentrarsi effettivamente su quelle poche aree individuate e ricondurre la Campania Felix a quella che è stata storicamente. Mi piace ribadire che i numeri sono tutti a favore di questo territorio e non sono manipolati. La sicurezza dei nostri prodotti recuperare un’immagine che è stata distrutta mediaticamente in modo sconsiderato.»

Professore, al Dipartimento di Agraria della Federico II è stato affidato il progetto Pomodoro-valutazione del rischio di contaminazioni chimiche nelle province di Napoli e Caserta, di cosa si tratta?

«Invero il progetto che ci è stato affidato dalle sette associazioni di produttori interessate alla campagna pomodoro 2013, ha lo scopo di valutare il rischio di eventuali contaminazioni degli areali agricoli attraverso uno studio critico delle risorse naturali coinvolte (suolo e acqua) e successivamente dell’impatto sui prodotti.»

Come avete lavorato?

«Bisogna dire che le analisi, condotte dal Dipartimento di Scienze chimiche della Federico II, hanno interessato 175 campionamenti, di cui 69 nella sola Villa Literno per il maggior peso di questo Comune nella produzione di pomodoro da industria. Le analisi hanno riguardato sia i contaminanti inorganici (metalli pesanti) che i contaminanti organici.»

Quali sono stati i risultati?

«I risultati non hanno evidenziato criticità per i contaminati organici e le poche anomalie sui contaminati inorganici trovano giustificazione, da un lato, in una inadeguata normativa relativa ai terreni ed alle acque destinati all’agricoltura e, dall’altra, nella natura geologica e nella pedogenesi dei terreni.»

 

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