Economia e Welfare

TERZO SETTORE E CARCERE, UN INCONTRO DI LAVORO A NAPOLI. IL GARANTE CIAMBRIELLO: “UN SEGNO DI SPERANZA AL DI LÀ DEI MURI!”.

Presso il “Centro-Non-Commerciale” del Consorzio Sale della Terra, al centro Direzionale di Napoli, il Garante campano dei Detenuti, Samuele Ciambriello, ha voluto radunare alcuni enti del Terzo Settore che storicamente si impegnano a favore delle persone detenute e ristrette nella libertà personale. Lo scopo dell’incontro era quello di creare una rete stabile di attori, non solo al fine di migliorare la condizione della pena detentiva in regione Campania, ma anche e soprattutto per porre le basi di un interscambio positivo tra tutti coloro che lottano per creare sui territori nuove occasioni di emancipazione e di inclusione lavorativa alle persone condannate che vogliano uscire dai circuiti della devianza e della delinquenza.
Siamo qui ospiti di Sale della Terra – ha detto il Garante Ciambriello – perché ritengo necessario che gli sforzi di ognuno di voi possano allacciarsi e legarsi a percorsi di economia reale in cui ognuno di voi dia una mano ad un altro ente del terzo settore come voi. Al tempo stesso ho chiesto al Consorzio sale della Terra di poter fungere da supporto per le progettazioni sociali di tutti coloro che hanno ottime e grandi idee per la qualità di vita dei detenuti e delle persone in misura alternativa, ma non raggiungono mai i finanziamenti giusti per supportare le proprie idee di impresa, la rete del presidente Angelo Moretti si mette a disposizione gratuitamente per questo scopo. Il lavoro, in quanto attività risocializzante e responsabilizzante, può incidere in maniera positiva sulla recidiva.”
All’incontro erano presenti tra gli altri l’associazione Liberi di Volare, la cooperativa “L’uomo e il legno”, l’associazione “Generazione Libera”, la Cooperativa “Arte è Verità”, la Cooperativa “NCIS”, l’ente di formazione “Noesis Tekform”, il laboratorio sartoriale “Palingen” e la Cooperativa “Lazzarelle”. Tutti i presenti hanno dato adesione al progetto di costituire una rete informale e di superare le divisioni territoriali ed il lavoro “compartimentato” per incrementare le risposte efficaci alle tante domande di futuro che la popolazione carceraria, e quella affidata all’UEPE, pone al terzo settore regionale.

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