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Tregua accettata dai Talebani . Ora in Afghanistan Soffia un Nuovo Vento

Giornata dal sapore storico oggi vissuta in Afghanistan, dove un chiaro segnale, quello degli ulema,  è stato inviato circa il raggiungimento di una risoluzione concordata e pacifica dopo oltre 17 anni di lotta  sanguinosa che insiste in Afghanistan, ovvero dalla vasta operazione militare degli Stati Uniti scattata un mese dopo gli attentati alle torre gemelle dell’11 settembre 2001. Come noto, il Signor  Ashraf Ghani presidente dell’Afghanistan, in coincidenza con le celebrazioni per la fine del ramadan, dal 12 al 19 giugno, ha proposto una tregua hai talebani. Non ci sono precedenti storici a ricordare tale evento, tant’è che si tratta della prima circostanza di cui si ha memoria. A fare il punto sono anche gli analisti politici, i quali ribadiscono che il consenso dei talebani, diventa un fatto storico. Basti pensare che non un attimo di tregua si è avuto, dall’invasione statunitense del 2001. Il cessate il fuoco,  sarà rispettato solo tre giorni, dal 16 al 18 giugno, invece dei sette che aveva indicato il capo dello stato. In un comunicato stampa dalle agenzie di stampa internazionali, i guerriglieri, sottolineano che dalla tregua sono escluse le forze straniere. E se attaccati, hanno aggiunto, «ci difenderemo con forza». Inoltre, hanno sottolineato la possibilità che dal 16 al 18 giugno siano rilasciati alcuni prigionieri di guerra «a patto che non tornino a combattere». Poche ore prima, però, e in attesa del 16 giugno, un attacco talebano a un comando di polizia ha provocato la morte di 19 agenti, La tregua proposta da Ghanim, non include i terroristi di Al Qaeda e del sedicente stato islamico (Is), era stata invocata giorni fa durante una riunione del consiglio degli ulema (alti religiosi), che si erano espressi contro le violenze e gli attentati suicidi. A seguito del cessate il fuoco offerto da Ghani ai talebani, gli Stati Uniti si sono detti disposti ad avviare trattative  di pace o comunque di distensione con i talebani, ma non a sostituirsi nel dialogo al governo di Kabul. La questione, trattata dall’emittente Tolo tv, è stata sollevata ieri sera da Lisa Curtis, collaboratrice del presidente Trump e responsabile per l’Asia centrale nel Consiglio per la sicurezza nazionale statunitense.

Raffaele Fattopace

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