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UCRAINA , DECRETATA LA LEGGE MARZIALE PER TRENTA GIORNI

Dopo i fatti accaduti nello stretto di Kerch fra il Mare d’Azov e il Mar Nero, ed il relativo sequestro di tre imbarcazioni ucraine da parte della marina militare russa, ha fatto alzare il livello  di tensione fra Kiev e Mosca. Durante un’accesa seduta, la Rada, il parlamento ucraino, ha decretato la legge marziale per trenta giorni. Il provvedimento è stato approvato con 276 voti a favore e 30 contrari, la decisione espressa dall’esecutivo, sarà applicata in dieci delle 27 regioni ucraine, cioè in quelle che confinano con la Russia, con la Bielorussia e con la Repubblica separatista della Transnistria, che, secondo Petro Poroshenko, presidente ucraino, potrebbero essere soggette a un attacco militare di Mosca. La legge marziale, non sarà valida per la capitale, Kiev. Con il benestare dell’organo legislativo, stando a quanto riportano la stampa ucraina, il governo, avrà il potere di limitare le manifestazioni pubbliche e il diritto di sciopero, e potrà regolare l’attività dei media in base alle necessità di guerra e quindi limitare il diritto di opinione e di parola. I cittadini, inoltre potranno essere obbligati a svolgere compiti «socialmente necessari» per le strutture di difesa e se verrà loro ordinato dovranno ospitare militari nelle loro case. L’Ucraina, neanche nel 2014 e nel 2015 aveva introdotto la legge marziale, nei mesi più sanguinosi della guerra nel Donbass. Per il presidente Poroshenko, la legge marziale non costringerà comunque a rimandare le elezioni presidenziali previste per il 31 marzo. Mosca, ha messo in atto un’offensiva diplomatica, convocando al Ministero degli Esteri, l’incaricato d’affari ad interim ucraino, contestualmente, chiedendo una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite. Il rappresentante russo al palazzo di vetro a New York, ha ribadito la linea dettata dal Cremlino, ricordando che le navi ucraine sono «entrate illegalmente nelle acque russe e che si sarebbe trattato di una provocazione da parte dell’Ucraina». L’Ucraina, dal canto suo sostiene di avere avvisato i russi della rotta del convoglio e che le sue navi sono state attaccate mentre stavano attraversando lo stretto di Kerh per recarsi al porto di Mariupol nel rispetto degli accordi bilaterale e convenzioni internazionali. Supponendo che il fuoco che le navi russe hanno aperto contro le navi ucraine, e il successivo sequestro, rappresenterebbero un chiaro atto di aggressione.

Raffaele Fattopace 

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