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Un quadro in ceramica dei detenuti di Airola,fa da ponte con il Benin,in Africa.

Nella mattinata di ieri il Garante dei detenuti campano il Samuele Ciambriello ha fatto visita all’istituto penale minorile di Airola accompagnato dai docenti universitari Enrico Di Salvo e Bianca Gasparrini dell’associazione‘’Sorridi Konou Konou Africa Onlus’’. Il Garante così commenta: ‘’Sono grato ai coniugi Di Salvo per aver accettato il mio invito a venire in questo istituto per minorenni, per valorizzare il lavoro che viene svolto quotidianamente con questi giovani, su più fronti. Hanno testimoniato il loro lavoro di volontariato nella Repubblica del Benin e in Togo, sia come medico e veterinario.

La visita all’IPM, cade in occasione della presentazione di un manufatto ceramico-pittorico realizzato da tre giovani detenuti Giuseppe Ciano, Vittozzi Giovanni e Roberto Piscopo; i ragazzi, sono stati guidati e supportati durante il lavoro dalle esperte, nonché, presidente e vice presidente dell’associazione ‘’Arte è vita’’ Francesca ed Ermelinda Tortora. L’associazione lavora con i giovani ristretti da diverso tempo, con l’obiettivo di trasmettere loro la passione per l’arte della Ceramica e allo stesso tempo educarli al lavoro. Il quadro che è stato realizzato sarà portato nel Benin, paese dell’Africa occidentale, per celebrare l’inaugurazione della sala musica ‘’Adriana Orlando Cafazzo’’ del Centro per Ciechi e Ipovedenti di Abomey. Lo splendido lavoro adornerà la sala musica, completamente donata dall’associazione ‘’Sorridi Konou Konou Africa Onolus’’ che, aveva precedentemente sostenuto la realizzazione della biblioteca braille e della ludoteca dell’omonimo centro. Il garante Ciambriello all’uscita dal carcere che ospita oggi 23 adolescenti così dichiara : ‘’La realizzazione del manufatto ceramico-pittorico di questi tre giovani adulti rappresenta un ponte tra realtà che hanno in comune le disuguaglianze, le povertà e le precarietà. In questo centro per Ciechi in Africa le ceramiche prodotte in un istituto penale sono la certezza che si può andare oltre le mura dell’indifferenza, con percorsi di inclusione sociale. Peccato che ho trovato sette diversamente liberi in isolamento sanitario. Sebbene siano passati più di cinque giorni l’Usca dell’Asl non fa ancora i tamponi di controllo, e loro restano isolati. Non è la prima volta che questo disguido si verifica in questo periodo di Covid. Una doppia reclusione! ’’.

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