Economia e Welfare

BULLISMO E DINTORNI: IL DRAMMA DI UNA REALTA’ CHE VIAGGIA IN RETE

Si è tenuto al Jolly Hotel di Caserta il convengo “Essere… oltre il colore dei pantaloni. Bullismo e dintorni”. All’incontro, promosso e organizzato dall’Hinner Wheel Capua Antica e Nova, hanno preso parte: Maria Rosaria Pizzo – Presidente dell’Hinner Wheel Capua Antina e Nova, Teresa Manes – Autrice del libro “Andrea. Oltre il pantalone rosa”, Massimo Santoro – Docente di lettere Liceo Manzoni di Caserta, Fabiola Silvestro – Vice Questore aggiunto Polizia Postale Napoli, Giovanni Berriola D’Alessio – Sovrintendente capo Responsabile Provinciale Polizia Postale.

Ad aprire il dibattito, moderato dalla presidente Maria Rosaria Pizzo, Teresa Manes che, così come descritto nel suo libro edito da Graus, ha raccontato i momenti drammatici che ha vissuto quando suo figlio Andrea a 13 anni si è tolto la vita nella sua casa romana perché vittima di continui atti di bullismo. Un dramma amplificato dal polverone mediatico che ha accompagnato la vicenda. “La stampa ha deciso che mio figlio era omosessuale;  –  ha dichiarato la Manes – ma Andrea non lo era e mi ostinerò a ripeterlo fino alla morte. Ad ammazzare Andrea è stato il pregiudizio. I suoi compagni di scuola avevano addirittura creato una pagina Facebook per umiliarlo e diffamarlo ed è appunto dalle chat che ho scoperto la parte nera della vita di mio figlio”.

Negli ultimi anni il cyberbullismo ha vissuto un notevole e spaventoso incremento: sono tantissimi i casi di giovani ragazze e ragazze che soffrono silenziosamente dietro un profilo Facebook o una chat WhatsApp apparentemente felice e goliardica. Un dolore e un malessere interiore amplificato da un disagio nel comunicare o da un silenzio inspiegabile o paragonabile alla paura o alla vergogna di essere ingiustamente e pubblicamente giudicati. “I ragazzi – ha affermato il professore Santoro nel corso del dibattito – possiedono numerosi mezzi di comunicazione ma non sanno utilizzarli correttamente. La storia di Teresa Manes fa parte di un contesto ed è necessario ricordarlo per combattere questo problema”. Il cyberbullismo è molto più pericoloso del bullismo perché dietro un account social potrebbe nascondersi chiunque. “Un tempo l’hacker aveva esclusivamente lo scopo di dimostrare la debolezza dei mezzi informatici, ora la sua figura enigmatica mette seriamente a repentaglio la sicurezza dei nostri figli”. Così il Vice Questore Fabiola Silvestro nel corso del suo intervento.

Molto tecnico l’intervento del sovrintendente capo responsabile della Polizia Postale di Caserta Giovanni Berriola D’Alessio: “Il bullo si nasconde dietro anonimato e questo fa cadere inesorabilmente i suoi freni inibitori e tutto ciò rappresenta una situazione davvero pericolosa per i nostri figli che vanno controllati e seguiti dai genitori e dai docenti. Quando diamo un tablet o uno smartphone ai nostri figli, in quel momento gli stiamo consegnando un’arma a doppio taglio”. Berriola si è poi soffermato sulla possibilità di gestire la privacy dei nostri account social: “I nostri profili vanno gestiti con molta attenzione perché ciò che scriviamo sulle pagine internet diventa indelebile”.

 

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