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6 Novembre 2007: 10 anni senza Enzo Biagi

Come una foglia su un albero in autunno», spezzata dal «forte vento» della malattia, per usare una delle ultime immagini che era ancora riuscito a dare di se stesso. Enzo Biagi è morto alla clinica Capitanio di Milano, il 6 novembre del 2007. «Avrei fatto il giornalista anche gratis. Meno male che i miei editori non se ne sono accorti», diceva poche settimane prima di spegnersi a 87 anni. Alle spalle una carriera intensa, tra direzioni di giornali e programmi televisivi, denunciando le storture della politica nazionale. Abbiamo provato a ricordarlo e raccontarlo in questo fumetto, con il taccuino in mano, davanti a una telecamera, dietro una scrivaniaCronista del Novecento, testimone di un giornalismo onesto, coerente, mai indifferente. Biagi raccontò, anche con il suo silenzio, l’importanza di difendere l’informazione dalla mancanza di libertà e, più in generale, i principi e i valori della Costituzione repubblicana. Lui che da subito, in guerra, aveva spostato la Resistenza e «Giustizia e Libertà». Andava fiero del padre operaio, di mamma Bice, sarta, della moglie Lucia insegnante. E dei figli. Non ebbe paura di attaccare il governo di Fernando Tambroni quando scrisse — dalle colonne di Epoca — «Dieci poveri inutili morti», per criticare l’intervento della celere sugli operai delle officine di Reggio Emilia. Curò la nascita del Tg della seconda rete e inventò «Rt», il primo rotocalco televisivo. Mandò le telecamere in piazza a Corleone, il paese della mafia. Difese Enzo Tortora dall’accusa di camorra. Fu dalla parte di Falcone e Borsellino, dei preti di strada, come don Milani e don Mazzolari. Sostenne Pietro Nenni che del socialismo gli disse: «Deve aiutare chi sta indietro a fare un passo avanti». Decise di non rimanere solo una firma, entrando come faccia nelle case degli italiani, portando ogni sera in televisione un editoriale di cronaca, «Il Fatto». Una bussola nel frastuono delle notizie, alla quale il pubblicò si affezionò. Era una garanzia. Tenne duro fino all’editto bulgaro. Lasciando, non solo ai giornalisti, un patrimonio di moralità e un’eredità importante.Lunedì 13 novembre alle 18, nella sala del Consiglio comunale di Palazzo d’Accursio, l’Amministrazione comunale ricorderà Enzo Biagi nel decimo anniversario della scomparsa. Dopo il saluto del Sindaco di Bologna Virginio Merola, interverrà Giandomenico Crapis, curatore del volume “Enzo Biagi. Lezioni di televisione” (RaiEri, 2016). Infine prenderanno la parola le figlie di Enzo Biagi, Bice e Carla Biagi.

Enzo Biagi ha ricevuto il 18 febbraio 1993 l’Archiginnasio d’Oro, la massima onoreficenza del Comune di Bologna. Il 26 giugno del 2008 è stato intitolato a Enzo Biagi l’Auditorium della Salaborsa.Proprio a Bologna città dove é nato, cresciuto e formatosi a livello professionale si svolgerà questa commemorazione dove sono previsti anche presenze di alto carico dello stato e personaggi del mondo dello spettacolo e del giornalismo italiano che grazie a lui hanno ricevuto insegnamenti di vita oltre che professionali, non a caso la Showgirl Michelle Hunzicker in una recente intervista al programma televisivo di Canale 5 “Verissimo” salotto del sabato pomeriggio ha dichiarato:” Enzo Biagi per me é stato un maestro di vita, grazie ai suoi consigli di vita oggi non sarei quella che sono diventata ossia una donna vera”, queste parole nel mondo del web hanno riscosso grande successo tra il pubblico televisivo e non solo dove spicca anche il nome di Enrico Mentana il quale Lunedì 6 Novembre proprio in concomitanza con l’anniversario della sua morte in un lungo post su Facebook lo ha definito “Il suo guru, il suo maestro di vita, se oggi molti giornalisti di carta stampata e televisiva sono così talentuosi lo devono soltanto a lui”, anche la RAI in un comunicato ufficiale lo ha ricordato promettendo che entro la fine del 2017 Rai 3 trasmetterà uno speciale su Enzo Biagi, una docu-biografia sulla sua vita dagli esordi fino al “Fatto” noto programma di Rai 1 andato in onda dal Lunedi al Sabato alle 20 e 30 fino al 2003 anno in cui purtroppo cominciò la sua malattia, un programma che gli amanti della tekevisione chiamerebbero One to one, una sorta di editoriale che il giornalista aveva con il pubblico toccando temi che spaziavano dalla politica all’attualità raggiungendo anche picchi del 40 per cento di Share durante il periodo degli attentati alle Torri Gemelle (2001). “Un uomo professionale, pacato ma sopratutto di grande umiltà” lo ha definito in un’Intervista rilasciata al quotidiano “La Repubblica” da Fabrizio Del Noce ex direttore di Rai 1 e amico del Giornalista, in più per i più giovani che magari avranno soltanto sentito dire il suo nome che ha sicuramente lasciato una scia nella storia del giornalismo all’interno del Portale Rai Play è possibile vissualizzare una famosa intervista, l’ultima rilasciata dal giornalista che Giovanni Minoli gli fece all’interno del Programma “Mixer”.

 

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