Economia e Welfare

Caso Scurati: cosa è successo in Rai

Lo scrittore Antonio Scurati è diventato celebre per la censura riguardo il monologo che avrebbe dovuto recitare il 25 aprile alla Rai.

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha riferito che ci sarebbe stato un problema economico, poi smentito più tardi.

Allora cosa è successo?

Antonio Scurati è un giornalista, scrittore e insegnante di letteratura. Ha vinto diversi premi letterari come il Premio Strega nel 2019 con il testo “M. Il figlio del secolo”, dedicato a Mussolini.

Nasce a Napoli e si laurea in Filosofia a Milano. Nel 2003 esce il saggio “Guerra. Narrazioni e cultura nella tradizione occidentale“, nel 2005 “Il sopravvissuto“.

Ha collaborato, poi, con il giornale Internazionale e La Stampa.

Il suo intervento del 25 aprile al programma Chesarà, su Rai 3, è stato cancellato improvvisamente per “motivi editoriali“. Il dirigente, Paolo Corsini, ha negato la censura, affermando invece che si trattava di problemi riguardo il compenso. Lo scrittore ha smentito, dichiarando censura vera e propria.

Giorgia Meloni commenta su Facebook: “In un’Italia piena di problemi, anche oggi la sinistra sta montando un caso. Stavolta è per una presunta censura a un monologo di Scurati per celebrare il 25 Aprile.
La sinistra grida al regime, la Rai risponde di essersi semplicemente rifiutata di pagare 1800 euro (lo stipendio mensile di molti dipendenti) per un minuto di monologo”.

La conduttrice del programma, Serena Bortone, ha deciso di leggere comunque una parte del monologo in diretta e adesso si parla di provvedimenti disciplinari e sospensione del suo programma.

Una parte del testo recita: Giacomo Matteotti fu assassinato da sicari fascisti il 10 di giugno del 1924. Lo attesero sotto casa in cinque, tutti squadristi venuti da Milano, professionisti della violenza assoldati dai più stretti collaboratori di Benito Mussolini. L’onorevole Matteotti, il segretario del Partito Socialista Unitario, l’ultimo che in Parlamento ancora si opponeva a viso aperto alla dittatura fascista, fu sequestrato in pieno centro di Roma, in pieno giorno, alla luce del sole. Si batté fino all’ultimo, come lottato aveva per tutta la vita. Lo pugnalarono a morte, poi ne scempiarono il cadavere. Lo piegarono su se stesso per poterlo ficcare dentro una fossa scavata malamente con una lima da fabbro”.

 

 

 

 

 

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