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Commissione accesso su clan e ospedale, De Luca attacca.”quello del prefetto è un atto ridicolo e cialtronesco.”

Il Prefetto di Napoli, Carmela Pagano, su delega del Ministro dell’Interno, ha nominato la Commissione di accesso presso l’Asl Napoli 1 “per verificare l’eventuale sussistenza di tentativi di infiltrazione e/o di collegamenti della criminalità organizzata nel contesto dell’amministrazione della suddetta Asl, nella cui gestione è ricompreso l’ospedale S. Giovanni Bosco, interessato da una “recente vicenda giudiziaria”. Secondo quanto emerso da una recente indagine della magistratura alcuni esponenti dei clan di Secondigliano si sarebbero serviti anche di alcune strutture dell’ospedale come base logistica. Alla luce di questi fatti è intervenuto anche il ministro della Salute Giulia Grillo.
I componenti della commissione sono il prefetto Santi Giuffrè; Maria Teresa Mincione, in servizio presso il Provveditorato alle Opere pubbliche della Campania, Molise, Puglia e Basilicata, e il dirigente di II fascia Marco Serra, in servizio presso il Ministero dell’Interno.

Agli atti di una inchiesta finiscono una serie di episodi secondo i quali la camorra avrebbe pesantemente influenzato una serie di attività dell’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli. Il ministro Giulia Grillo chiede lo scioglimento di quella struttura, il governatore Vincenzo De Luca replica chiedendo il commissariamento del dicastero. Ora la polemica sull’ospedale vede uno scontro senza precedenti tra lo stesso De Luca e il prefetto di Napoli, Carmela Pagano, che oggi “su delega del ministro dell’Interno” ha nominato una commissione d’accesso nella Asl Napoli 1, la più grande della Campania, da cui dipende il San Giovanni Bosco. Il presidente della Regione è furibondo: “Buffonata politico-propagandistica, il prefetto si dimetta”.
L’attacco è ad alzo zero: per De Luca quello del prefetto “è un atto ridicolo e cialtronesco, che fa da sponda a una politica politicante che ancora tenta di mettere le mani sulla sanità campana”. Per il governatore si tratta anche di un provvedimento a orologeria: “Un atto che arriva – casualmente – 12 ore prima della riunione prevista per domani a Roma”, un incontro che potrebbe essere decisivo per l’uscita della Campania dal commissariamento della sanità, decisione che De Luca – avendo risanato i conti – chiede da mesi in un clima di forte polemica soprattutto con il M5S.
Agli atti dell’inchiesta sulla cosiddetta “alleanza di Secondigliano” ci sono una serie di episodi inquietanti. Uomini della camorra sarebbero riusciti a saltare liste d’attesa per esami ad amici, in alcuni casi i feriti del clan sarebbero stati medicati senza passare dal pronto soccorso per evitare ‘ingerenze’ delle forze dell’ordine. Un medico, minacciato da alcuni energumeni, invece di chiamare il 113 si era rivolto alla cosca. E così via. De Luca ricorda gli atti da lui compiuti nell’ultimo anno per affrontare la questione San Giovanni Bosco, in particolare la richiesta al prefetto di un posto di polizia fisso nell’ospedale, “su cui c’è stata totale passività”. Ora, per il governatore, la nomina della commissione d’accesso “offende la dignità di Napoli, offende quelli che in totale solitudine, a cominciare dai medici, combattono da anni. Offende la magistratura che ha in corso una importante indagine”.
“E’ difficile – conclude – immaginare che i tre componenti della commissione abbiano più competenza della magistratura e della guardia di finanza. Li seguiremo nel loro lavoro indefesso chiedendo, intanto: al di là delle cialtronate propagandistiche, quando vi deciderete a istituire il posto di polizia nel San Giovanni Bosco?”. (ANSA).

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