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Con la scusa del Rock n’ Roll: Ligabue infiamma Campovolo per i 25 anni della sua carriera

Non riesco a vedervi tutti, siete tantissimi, quindi vi saluto sulla fiducia!” – E, in effetti, erano davvero interminabili, i 150.000 appassionati accorsi da tutta Italia per festeggiare i primi 25 anni di carriera del loro idolo, del loro amico, Luciano Ligabue.
Già, perché Luciano, con quel suo modo così spontaneo di proporsi alla sua gente, con quel suo cantare la vita in ogni aspetto con parole semplici, concetti chiari, palpabili, a volte persino violenti nella loro forza e carica emotiva, ha stretto con i suoi amici, il suo pubblico, un legame che è spesso andato al di là del semplice rapporto – agli effetti inesistente – tra artista e fan.
Alzi la mano chi non avrebbe fatto a Dio le stesse tre domande che uno spaesato Ligabue rivolgeva all’Altissimo nel lontano 1995 (Buon Compleanno Elvis), o chi non si è sentito, almeno una volta nella vita, “fuori moda, fuori posto, insomma sempre fuori dai”. Chi di noi non ha sentito il bisogno, con l’aiuto delle parole di Luciano, che in fondo abbiamo sempre fatto un po’ nostre, di lasciarsi guidare dalla macchina calda in “Certe Notti” in cui la destinazione finale è il “Bar Mario”, o non ha lasciato in circolo il proprio amore per lui, per Campovolo, per ogni cosa e ogni dove in cui ci ha accompagnati in questi 25 anni?
E come spesso accade in questi casi, ancora una volta, Luciano si è fatto portavoce della volontà di tutti noi e ha organizzato la festa più grande possibile, la più giusta a celebrare questo primo quarto di secolo che ci si è scelti per farsela un po’ in compagnia.
Il LigaVillage, nell’aeroporto di Campovolo, viene allora istituito una settimana prima del Giorno dei Giorni, diventa un luogo di ritrovo per chi, in Emilia, giunge in tenda, sfidando la notte e le zanzare. Sono tantissime, però, le attività messe a disposizione della gente dagli organizzatori. Il tempo passa in fretta, le luci sul palco di oltre 70 metri si accendono, puntuali come sempre, alle 20.30 del 19 settembre.
Oltre tre ore e mezzo di concerto evento, i primi due album della sua strepitosa carriera, Ligabue e Buon Compleanno Elvis, suonati per intero con le band dell’epoca e gli arrangiamenti originali, infine, una selezione dei brani più popolari del suo ultimo “Giro del Mondo”.
Quello che sale sul palco ormai più celebre d’Italia è un Ligabue grintoso, voglioso di dare e ricevere, sorprendere ancora. Veste gli abiti che l’hanno reso celebre durante le prime tournee, i gilet di pelle e la camicia gialla, indossa gli occhiali da sole alla Elvis e canta.
Ricordo che prima di fare il cantante pensavo che 25 anni nella musica fossero un’infinità. Ad esempio: i Beatles hanno fatto i Beatles per 10 anni.” Conclude Ligabue, stanco, felice, persino commosso. “Vivendoli però mi sono veramente volati, credo che sia stato per l’intensità con cui li ho vissuti e quindi un’intensità difficile da raccontare. Ovviamente non è stato tutto rose e fiori. Quando ho avuto i momenti più duri… credetemi ce ne sono stati più di quanti voi non pensiate…. io ho sempre potuto sapere una cosa: che potevo contare su di voi e questa è stata una costante di questi 25 anni. È per questo motivo che se la Pennetta, dopo aver vinto i Master decide di ritrarsi, io dopo il mio Campovolo non decido di ritirarmi perché, e ci tengo che lo sappiate, se io posso contare su di voi, fino a quel momento voi potete contare su di me”
È una strana alchimia questo rapporto. Ancora una volta, Luciano, ha espresso ad alta voce ciò che noi, nelle nostre cuffie silenziose, sulle nostre strade stanche, pensiamo ogni giorno in compagnia delle sue canzoni.

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