Economia e Welfare

Conferenza stampa: protocollo d’intesa sui minori a rischio

Oggi, presso il Consiglio Regionale della Campania, si è tenuta la presentazione e la firma del Protocollo d’intesa tra Garante delle persone private della libertà personale della Regione Campania, Samuele Ciambriello, e il Dirigente della Giustizia Minorile e di Comunità della Campania, Giuseppe Centomani.

A seguire, alle ore 11, la conferenza stampa presieduta dal Garante Samuele Ciambriello, alla quale hanno partecipato la Dottoressa Caserta, Direttrice del Centro di Accoglienza per minori a Napoli, la Dottoressa Mariangela Cirigliano, Coordinatrice Area tecnica del Centro di Giustizia minorile, l’Onorevole Bruna Fiola, Presidente della commissione delle Politiche sociali del consiglio regionale della Campania.

Samuele Ciambriello ha iniziato esponendo dati allarmanti sul tema dei minori nelle carceri: “L’anno scorso, in carica al servizio sociale minorile in Italia, erano presenti 14221 giovani, tra cui 6401 campani.” “Di questi 14221, sono stati 400 presenti nelle 17 carceri in Italia e, tra questi 221 immigrati”.

Di questi minorenni, di cui la maggioranza delle persone pensa che occorre soltanto reprimere, abbiamo la fortuna di sapere che 908 di loro, in Italia, sono nelle comunità per minori, 115 sono nelle comunità campane“.

L’anno scorso, il dato che mi ha colpito, avevamo 27 ragazzi adolescenti accusati di omicidio, 233 fermati e accusati di spaccio di sostanze stupefacenti, furto 394, ricettazione 196, 117 di estorsione, una buona parte accusati di reato di gruppo.”

“Sono adolescenti a metà con la morte nel cuore”.

“Gli istituti penali, le comunità, hanno bisogno di più attenzione dalla società esterna”.

Bruna Fiola ha preso la parola riguardo la difficile tematica e ponendo l’attenzione sul disagio dei giovani per cercare “prevenire deviazioni in tempo”.

Oggi si è perso il senso, il dovere di comunità verso questi ragazzi. Prima c’era un senso diverso nell’affrontare le problematiche giovanili. Se un giovane commetteva un reato era qualcosa che faceva parlare per giorni. Oggi sembra che tutto avvenga nell’indifferenza di chi resta attorno, della politica, delle comunità educanti,  delle famiglie”. Ha detto l’Onorevole.

“Si è svilito il ruolo che hanno i genitori. Le competenze genitoriali molte volte si devono mettere in discussione. Dove la famiglia non c’è ci vogliono misure e politiche di sostegno alla famiglia”.

“Facciamo progetti sulla dispersione scolastica, per avere le scuole di pomeriggio aperte. Secondo me questo non basta perché riusciamo ad intercettare chi a scuola ci va la mattina oppure chi, dopo alcuni mesi di frequenza non ci va più. Chi a scuola non ci va proprio, come lo intercettiamo?”.

“E’ un interesse maggiore che serve da parte di tutti”.

La Dottoressa Cirigliano, a proposito della solitudine: “Ciò che non si è capito della nostra utenza è la solitudine. Abbiamo un utenza aggressiva dettata dalla solitudine”.

La cosa che ci spaventa è che, nonostante ci sia la necessità di creare una rete territoriale che condivida l’intervento sui minori, sembra che non siano confacenti alle esigenze dei ragazzi”.

“Dove ci sono state attività lavorative, una formazione professionale e seria, che manca negli istituti adesso, siamo da due anni senza formazione professionale. Quando diamo la certificazione di competenze, i ragazzi rispondono, ce la fanno”

La Dottoressa Caserta ha esposto le mancanze nel settore dei minori: “Mancano nei progetti  dei destinatari importanti: i genitori dei ragazzi. Un intervento va fatto, soprattutto coinvolgendo la famiglia”.

“Bisogna rafforzare le famiglie”.

Ciambriello ha poi concluso: “Su 401 ragazzi in Italia, che stanno nei 17 istituti, sono arrivati 201 immigrati, in Campania 16. Non c’è un mediatore linguistico“.

Molti sono tossicodipendenti e molti con doppia diagnosi, tossicodipendenti con disturbi psichici. Dove sono gli psichiatri? Dove sono i luoghi di accoglienza per chi vive un problema, oltre che il reato che ha commesso, che è di doppia diagnosi?”.

Impegno di Fiola, “intervenire presso l’assessorato alla formazione per cercare di dare una programmazione sui corsi di formazione professionale da dare a questi ragazzi”.

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