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Covid, vaccini in ritardo: così slitta l’immunità di gregge

Vaccini anti Covid in ritardo. «Arriveranno il 20 per cento di fiale in meno rispetto a quanto comunicato», ha spiegato il Commissario per l’Emergenza Domenico Arcuri, rispondendo ai Centri Vaccinali di diverse regioni italiane, in difficoltà per la mancanza di siringhe di precisione, necessarie per estrarre la giusta dose di vaccino da iniettare e soprattutto per ottenere da ogni fiala sei dosi e non cinque.

Il punto è che Pfizer Biontech ha annunciato tagli alle forniture e pure AstraZeneca ha fatto la stessa cosa dichiarando un problema alla catena produttiva.

Un quadro che impone una rivalutazione del piano vaccinale in Italia e in Europa e che per il nostro Paese sposta in avanti l’obiettivo di raggiungere l’immunità di gregge entro settembre, con il 70% degli italiani vaccinati.

«I rallentamenti delle consegne dei vaccini costituiscono gravi violazioni contrattuali, che producono danni enormi all’Italia e agli altri Paesi europei, con ricadute dirette sulla vita e la salute dei cittadini e sul nostro tessuto economico-sociale già fortemente provato da un anno di pandemia. Ricorreremo a tutti gli strumenti e a tutte le iniziative legali, come già stiamo facendo con Pfizer-Biontech, per rivendicare il rispetto degli impegni contrattuali e per proteggere in ogni forma la nostra comunità nazionale», ha scritto su Facebook il premier Conte parlando di AstraZeneca e specificando che «se fosse confermata la riduzione del 60% delle dosi che verranno distribuite nel primo trimestre significherebbe che in Italia verrebbero consegnate 3,4 milioni di dosi anziché 8 milioni».

A seguito di questi ritardi, il piano vaccinazioni previsto per gli over 80 dovrà essere rivisto. Questi ultimi dovrebbero essere vaccinati a breve ma il calendario potrebbe slittare fino a marzo. «Possiamo dire che a fine gennaio l’Italia dovrebbe avere a disposizione circa 2,5 milioni di dosi che servono sia per prime immunizzazioni sia i richiami», ha spiegato il presidente del Consiglio superiore di sanità Franco Locatelli. «A oggi non c’è alcuna evidenza che i vaccini disponibili, Pfizer e Moderna, non offrano copertura rispetto alle varianti del virus. Quindi il messaggio in questo momento è assolutamente rassicurante».

Il virus continua a correre all’interno del nostro Paese anche se l’ultimo monitoraggio dell’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato una lieve diminuzione dell’incidenza. «Non dobbiamo allentare misure: quando le allentiamo il virus ricomincia a correre, è uno stop and go», ha commentato il direttore della Prevenzione del ministero della Salute Gianni Rezza, alla conferenza stampa al ministero sui dati del monitoraggio settimanale sull’andamento dell’epidemia. «Dobbiamo essere molto lesti nell’identificare varianti e prendere misure di restrizione mobilità nei posti i cui ciò dovesse accadere, quindi bisogna tenere guardia molto alta».

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