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CRISI YEMENITA ,PRIMI SEGNALI DI DISTENSIONE

A Rimbo, in Svezia è stato raggiunto un primo accordo in merito allo scambio di prigionieri,  è questo il primo risultato concreto dei colloqui sul conflitto yemenita. L’inviato dell’Onu, Martin Griffiths, come primo gesto di apertura, ha formalizzato il raggiungimento di un accordo, anticipato nei giorni scorsi, che prevede lo scambio di circa tremila prigionieri tra le parti. Il Comitato Internazionale della Croce Rossa, ha confermato che svolgerà un ruolo di facilitazione nello scambio, agevolando le parti nelle operazioni necessarie affinché ciò avvenga nelle migliori condizioni, il tutto, avverrà al termine di questo primo round di colloqui. Nei giorni scorsi, l’Arabia Saudita che sostiene le forze lealiste e controlla lo spazio aereo yemenita, aveva acconsentito all’evacuazione da Sana’a, in mano agli insorti, di circa cinquanta miliziani huthi gravemente feriti verso l’Oman.  I fatti porterebbero a pensare in positivo, basti pensare che, a distanza di oltre 24 mesi dalle ultime trattative, le delegazioni del governo legittimo yemenita e dei ribelli huthi si sono sedute allo stesso tavolo insieme all’inviato dell’Onu, Griffiths, e al Ministro degli Esteri Svedese Margot Wallström. Queste le parole di Griffiths in apertura dei lavori «Lavoriamo in buona fede, mandiamo un messaggio di pace». António Guterres, Segretario Generale dell’Onu, dal canto suo: «Servono colloqui senza precondizioni». I negoziati si svolgono nella suggestiva cornice del Johannesbergs Castle, un’antica residenza immersa nel verde e venti chilometri a nord dall’aeroporto internazionale di Stoccolma, resa off limits per l’occasione da un rigido sistema di sicurezza. La delegazione degli insorti, è arrivata a Rimbo a bordo di un aereo del Kuwait, con loro anche  Griffiths. A settembre, invece i previsti colloqui di Ginevra erano saltati all’ultimo minuto perché la delegazione huthi non si era presentata, affermando di esser stata bloccata dall’embargo aereo imposto da Riad. Ciò nonostante,  sul terreno si continua a combattere. Si auspica una veloce risoluzione per la stabilizzazione del territorio.

Raffaele Fattopace 

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