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Dentro i fatti…tra austerity, immigrazione e fondi europei

“Oltre l’Europa dei banchieri e dei populismi” è il filo conduttore unico che lega queste puntate speciali con la partecipazione dei candidati al parlamento europeo. Numerosi i temi trattati nel corso della serata con gli ospiti campani in studio.

La nuova Europa, che superi l’austerity, è il collante della discussione politica. «Io sono una cittadina e porteremo la voce dei cittadini al parlamento europeo», ha affermato Ciarambino, candidata dei 5 stelle. «Gli altri ospiti – ha continuato Ciarambino – sono di quei partiti che hanno ratificato l’ingresso nell’euro e firmato trattati suicidi come il fiscal compact. A causa di questi trattati dobbiamo risparmiare 50 miliardi ogni anno con tagli alla sanità ed ai servizi pubblici». Contrariato Di Nardo, perché «l’IdV non ha partecipato agli accordi, abbiamo fatto opposizione sia alla vecchia maggioranza che alla nuova. Diciamo si all’Europa ma no alla Merkel, perché non vi può essere la preminenza delle banche sui cittadini».

Il tema dell’immigrazione infiamma gli animi. «Per il mio vissuto, per la storia della mia famiglia, è un argomento a cui sono molto sensibile», ha detto Mirella Miranda. «Sono convinta – ha continuato la candidata democratica – che l’operazione “Mare Nostrum” non può bastare. Occorre una riflessione corale che parte dall’Italia e attraversando l’Europa diventi mondiale, così com’è il problema». Il tema è motivo di riflessione, per D’Acunzo, anche sull’operato italiano nel parlamento comunitario. «In Europa abbiamo mandato i più incapaci, gli elefanti della politica. La dimostrazione è il voto: la Germania vota compatta, noi no. Sull’immigrazione voglio essere chiaro: più Europa e più Italia perché non possiamo fare l’accoglienza se non stiamo in Europa. Occorre ripensare ai confini comunitari, allargandoli e prevedendo piani europei per la formazione ed il lavoro».

Sul reddito di cittadinanza, si concentra la riflessione finale della Ciarambino. «L’Europa deve valere anche per i diritti – ha continuato l’esponente dell’M5S – e quindi anche per il reddito di cittadinanza che consente alle persone di sopravvivere fino a quando non trovano il lavoro. Sul lavoro si dovrebbe avere un’idea di sviluppo, non dare 80 euro in busta paga».

Critici sull’impiego dei fondi europei invece Miranda e Di Nardo. Per la candidata del PD «i finanziamenti europei arrivano alle regioni meridionali dove restano fin quando non vengono rimandati indietro». Sulla stessa linea Di Nardo, secondo il quale «abbiamo cantieri chiusi e giovani disoccupati da anni. Dobbiamo sbloccare i fondi e spenderli sui progetti che sono fermi, è una questione di intelligenza e di responsabilità».

La regione Campania, per D’Acunzi, è «la prima regione nella quale è partito un piano di lavoro con la garanzia per i giovani. Il reddito di cittadinanza lo voglio legare ad un’esperienza socialmente utile. Preferirei – ha concluso il candidato dei popolari europei – che i fondi europei fossero impiegati, in Campania e nel Mezzogiorno per un’integrazione agli occupati che hanno uno stipendio al di sotto della sussistenza».

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