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Dialoghi sulle mafie. Il Cardinale Sepe: «Nessuna funzione ai camorristi che non si pentono»

La mafia non può entrare nella visione della chiesa, per questo motivo non deve essere concessa alcuna funzione ai camorristi che non si pentono abbandonando il disegno del male».

Sulla scia di Papa Giovanni Paolo II e della recente scomunica di Papa Francesco ai mafiosi, l’Arcivescovo Metropolita di Napoli, Crescenzio Sepe, apre i lavori dei quattro giorni dedicati alla discussione del fenomeno mafioso organizzato nel complesso di San Domenico Maggiore nell’ambito del Forum Universale delle Culture.

«Purtroppo – ha continuato Sua Eminenza – c’è ancora qualche Don Abbondio che non riesce a dire di ‘no’, ma la sensibilizzazione verso è molto maggiore. Credo che dobbiamo continuare a formare, dando il ‘Pane della Legalità’. Noi lo stiamo già facendo con il Catechismo della chiesa napoletana».

‘La scomunica dei mafiosi. Stato e Chiesa contro le mafie’. È questo il tema dell’incontro moderato dal rettore Lucio d’Alessandro che ha detto: «Gli anatemi dei Papi sono sempre più forti. Quello di Bergoglio va nel solco aperto verso i temi della legalità ed apre nuove prospettive alla lotta alle mafie».

Nonostante la discussione in Parlamento della legge sulla responsabilità civile dei magistrati, il ministro Andrea Orlando è riuscito ad essere presente all’apertura dei lavori. «La scomunica di Papa Francesco è una pietra miliare. Le sue parole fanno riflettere perché accompagnano ciò che si è già realizzato», ha detto il titolare della Giustizia del governo Renzi.

«Già dalla costituzione dello Stato unitario ci sono stati elementi di condivisione tra alcuni elementi della classe dirigente con le mafie – ha detto Orlando – Molti esponenti dell’Italia liberale negarono addirittura il fenomeno».

Il contrasto alle mafie è stato il nodo centrale del suo discorso: «Occorre una strategia di ripresa e di sviluppo del Mezzogiorno. Fa bene, inoltre, la Curia di Napoli nella sua opera di recupero dei detenuti perché incrementare le pene e non riabilitare i carcerati è un favore che si fa alle mafie. Inoltre, bisogna insistere sulla dimensione formativa dei giovani».

Gli appuntamenti dei prossimi giorni continueranno con relatori di primo rilievo nella lotta alle mafie. Dal Procuratore Caselli a don Luigi Ciotti, da Robetti a Cantone, da Lembo a Marino. Si parlerà di corruzione, trattative Stato-mafie, il narcotraffico ed il ricordo di Falcone e Borsellino.

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