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Drusilla Foer: “Abbracciamo le nostre unicità”

Drusilla Foer, in occasione della terza serata del Festival di Sanremo 2022, ha incantato il palco dell’Ariston con tutta la sua eleganza e professionalità. Nonostante il suo monologo sia andato in onda a fine serata, ha lasciato il segno conquistando con estrema raffinatezza ed ironia il pubblico.

L’artista inizia il suo intervento sottolineando l’importanza di individuare in ognuno di noi ciò che ci rende unici e di non parlare di diversità:

“Non voglio ammorbarvi a quest’ora con parole sulla fluidità, sull’integrazione, sulla diversità. Diversità non mi piace perché ha in sé qualcosa di comparativo e una distanza che proprio non mi convince. Quando la verbalizzo sento sempre di tradire qualcosa che penso o sento. Le parole sono come le amanti, quando non si amano più vanno cambiate subito. Un termine in sostituzione potrebbe essere unicità. Perché tutti noi siamo capaci di coglierla nell’altro e pensiamo di esserlo”.

Con molta emozione Drusilla continua il suo monologo e spiega come difendere la propria unicità:

“Per comprendere la propria unicità è necessario capire di cosa è composta, di cosa siamo fatti. Di cose belle: le ambizioni,  i valori, le convinzioni, i talenti. Ma talenti e convinzioni devono essere curati. Non è facile entrare in contatto con la propria unicità. Ma un modo lo avrei: si prendono per mano tutte le cose che ci abitano e si portano in alto, si sollevano insieme a noi, nella purezza dell’aria, in un grande abbraccio innamorato e gridiamo “che bellezza tutte queste cose sono io”. Sarà una ficata pazzesca e sarà bellissimo abbracciare la nostra unicità. E a quel punto io credo che sarà più probabile aprirsi e uscire da questo stato di conflitto che ci allontana”.

Infine un invito rivolto al pubblico:

drusilla 

“Sono una persona molto fortunata a essere qui, ma vi chiederei un altro regalo. Date un senso alla mia presenza su questo palco e tentiamo il vero atto rivoluzionario, che è l’ascolto, di se stessi e degli altri. Promettetemi che ci doneremo agli altri, che accogliamo il dubbio anche solo per essere certi che le nostre convinzioni non siano solo delle convenzioni. Facciamo scorrere i pensieri in libertà e senza pregiudizio e senza vergogna. Facciamo scorrere i sentimenti con libertà. E liberiamoci dalla prigionia dell’immobilità”.

Drusilla inizia poi a cantare una canzone intitolata, Guerra. E gli applausi riempiono l’intero Teatro dell’Ariston.

L’artista ha dimostrato di essere una grande donna di spettacolo, dosando bene tempi e parole. Ma soprattutto è stata in grado di lasciare un importante messaggio: imparare a essere se stessi, considerandosi unici e non diversi, e ad aprirsi agli altri senza convenzioni, ma con convinzioni.

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