DRAGHI NON DIMENTICHI IL SUD. IL MEZZOGIORNO E’ SEMPRE PIU’ A RISCHIO DI DESERTIFICAZIONE INDUSTRIALE E DESERTIFICAZIONE UMANA.

Per dare sostanza e durata alla ripresa del Paese intero occorre ripartire dal lavoro, ripartire dal Sud.Nel secondo trimestre dell’anno l’Italia è tornata a crescere in modo “robusto”, dice l’Istat. Più di Francia e Germania, una volta tanto. Con un incremento addirittura “eccezionale”, ancora l’Istituto di statistica, se paragonato però al punto minimo toccato nel 2020, il baratro economico provocato dalla crisi sanitaria. Però al Pnrr, al Sud mancano una settantina di miliardi: errore di calcolo o ‘contropaccotto’? Che risposte diamo a nuovi poveri e nuovi disoccupati?
Il Mezzogiorno è sempre più ” terra a rischio desertificazione industriale”,ma anche “desertificazione umana.” Secondo Svimez L’Italia continua ad essere divisa in due,cresce solo il Centronord.Insomma il recupero economico è più difficile del previsto,il Pil stagna e la situazione economica nella Unione Europea è meno favorevole di quello che si sperava.Se poi a tutto questo aggiungiamo che le Regioni del Sud hanno sperperato miliardi di risorse europee e che crollano da noi i redditi dei giovani c’è poco da stare allegri! La politica deve tornare ad essere credibile e competente,deve essere efficiente ed unitaria nell’impegno ,come quando garantì la nascita della Cassa del Mezzogiono e dell’intervento straordinario. Occorre subito scorporare gli investimenti pubblici dal patto di stabilità.Occorre uscire dal silenzio e dall’oblio!Qui non si tratta di trovare un libertador! Il presidente Draghi qunado verra a Napoli? Verrà a Napoli per proporre obiettivi e strumenti e risorse per uscire dal guado?Nello scorso mese di aprile, in un intervento al Senato, il presidente del Consiglio Mario Draghi ha dichiarato che: “il Sud non è stato discriminato nell’assegnazione dei fondi del Pnrr […]. Si potrà far meglio, si potrà cercare di riparare a qualche mancanza in tutta questa congerie di sorgenti di fondi, ma sostanzialmente l’impressione non è quella di una discriminazione colpevole”.

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