I “MEA CULPA” DEI VESCOVI SU PEDOFILIA E ABUSI SESSUALI. TROPPI SILENZI ED OMISSIONI. QUALCHE MIA PROPOSTA.

In Vaticano, per tre giorni, c’è stato l’incontro delle Conferenze episcopali mondiali su “la protezione dei minori nella Chiesa”, cioè la piaga sanguinante degli abusi clericali su minori. I lavori hanno preso il via dalle testimonianze di chi ha subito abusi sessuali e dalla Chiesa ha dovuto sopportare anche l’umiliazione di non essere creduto. Gravi responsabilità ecclesiali e pastorali sulla pedofilia del clero. Spesso nel clero, nei conventi, si accolgono per la vita sacerdotale  adolescenti problematici, incapaci di gestire le loro emozioni e la loro sessualità. Responsabilità, trasparenza, solidarietà, giustizia, maturità. Oggi alla Chiesa serve una pagina nuova del libro della sua storia due volte millenaria.  Non servono semplici e scontate condanne ma misure efficaci anche di prevenzione nei seminari, lezioni nelle facoltà Teologiche e crescita umana nei conventi. Occorre parlare del matrimonio, dell’affettività,dell’equilibrio affettivo,occorre avere incontri con psicologi nel cammino verso il sacerdozio.

Dall’ascolto dal vivo delle vittime degli abusi testimonianze, che nella loro brutale onestà hanno indotto perfino alla lacrime i presuli,alla road map di punti concreti da attuare nel presente e nel futuro.

La presenza degli abusi nella Chiesa contraddice l’essenza stessa della comunità ecclesiale e costituisce un mostruoso travisamento del ministero sacerdotale che, per propria natura, deve cercare il bene delle anime come suo fine supremo.

E poi arriva la scossa di papa Francesco:”Ascoltando la dottoressa Ghisoni ho sentito la Chiesa parlare di se stessa. Cioè, tutti noi abbiamo parlato sulla Chiesa. In tutti gli interventi. Ma questa volta era la Chiesa stessa che parlava”.
Non è solo una questione di stile, è «il genio femminile che si rispecchia nella Chiesa che è donna». E poi precisa: «Invitare a parlare una donna non è entrare nella modalità di un femminismo ecclesiastico, perché alla fine ogni femminismo finisce con l’essere un machismo con la gonna». No. Ascoltare una donna che riflette «sulle ferite della Chiesa è invitare la Chiesa a parlare su se stessa, sulle ferite che ha». E questo per il Papa è il passo da «fare con molta forza: la donna è l’immagine della Chiesa che è donna, è sposa, è madre. Uno stile». Senza il quale “parleremmo del popolo di Dio ma come organizzazione, forse sindacale, ma non come famiglia partorita dalla madre Chiesa.”

Qualche considerazione finale.

Riflettere sulla pastorale per le persone omosessuali intercetta uno degli snodi del problema.Papa Francesco l’ha espresso con chiarezza, riprendendo i due Sinodi sulla famiglia, in Amoris laetitia: “Ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione.” C’è, inoltre, l’esigenza di sgomberare il campo da ogni confusione a proposito del rapporto tra pedofilia, efebofilia e, appunto, omosessualità. Realtà che hanno talvolta punti di contatto ma anche, è bene dirlo subito con chiarezza, enormi ed esplicite divergenze.

Ed infine occorre progettare nuovi cammini di fede attraverso il ruolo delle donne, la discussione seria ed approfondita del celibato ai preti,che non è dogma di fede,e l’utlizzo di migliaia di donne ed uomini consacrati che hanno lasciato sacerdozio e vita consacrata ma che possono sia essere utile alla comunità ecclesiale che aiutare lo stesso clero che vive con sofferenza il proprio mandato. E la stessa cosa vale per ordinare sacerdoti uomini sposati con comprovata esperienza di fede e carità.Non solo perché anche in quest’ultimo secolo , come già in tutte le epoche precedenti, in diverse misure,  la legge del celibato è stata inosservata da numerosi sacerdoti, non solo per scarsità di vocazioni, ma per questioni teologiche, pastorali, ma anche perchè il magistero non è un monolite immutabile, ma un organismo vivente che cresce e si sviluppa. La sua reale identità non cambia, ma si arricchisce.

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