LA DIREZIONE NAZIONALE DEL PD VISTA DA VICINO. IL PD DAI DUE VOLTI. LA SINISTRA NON C’E’ PIU’,VIVA LA SINISTRA!

In direzione nazionale del PD questa volta la resa dei conti su contenuti,metodi, strategie ed alleanze c’è stata davvero. Una direzione incandescente dove Renzi si presenta come leader, difende la sua squadra e la sua linea(“non è la vecchia politica,io parlo ai cittadini”), scomunica caminetti e correnti(“andate dove volete,non rispondo ai capicorrente”) e ironizza sui consigli delle minoranze e sfida il suo grande elettore il ministro Franceschini. Più che un singolo partito,il PD oggi è una specie di Giano Bifronte:due facce che guardano in direzione opposta e si tengono insieme per convenienza e opportunità tattica. Anche sui livelli locali è così, non è una novità, ma l’ultima direzione  ha rafforzato questa immagine. Pur non entrando quasi nessuno degli interventi nell’analisi del voto amministrativo si è compreso che nella sconfitta del PD hanno pesato le divisioni locali. Se il PD è diviso al suo interno e usa le primarie come strumento di lotta tra gruppi dirigenti, la possibilità di continuare a perdere diventa altissima. Sulla strada dell’insulto personale e del boicottaggio politico è difficile che si possa costruire quel clima di fiducia reciproca che pure Renzi continua ad invocare

E il PD, ora che cos’è? Ci ha pensato Veltroni, a dieci anni dal suo Lingotto, a chiarire con poche parole cos’è ora il PD: «…Il PD non ha più un’identità, oggi il partito non è più la forza innovativa e di sinistra che avevamo immaginato. Sembra la Margherita…». Allora, parafrasando Woody Allen, possiamo dire che la sinistra storica è morta, la nuova sinistra non esiste ancora e il centrosinistra non sta affatto bene.

A Roma ognuno ha recitato la sua parte,maggioranza e minoranza,qualcuno più stancamente degli altri.

La tregua non c’è. Esiste un’asse Franceschini-Orlando,tutto da consolidare.E quindi il duello rimane.

La sistematica distruzione del leader di partito sembra essere l’unica risorsa di un ceto politico logorato, ripiegato su se stesso, litigioso e vendicativo. Il partito in molte parti del Paese va ricreato al di là del correntismo,con autonomia territoriale,radicamento,radicalità di scelte. Scomporre per ricomporre. Occorre attenzione alle povertà, al welfare, alla scuola, ai giovani, al mondo del lavoro, serve una finanziaria di investimenti, il riformismo dall’alto non paga, serve un rapporto costante con i cittadini. Al PD serve un organismo di 20/30 persone che garantisca quotidianamente pluralità,unità,efficacia negli interventi di settore e visibilità per le cose fatte,serve una nuova comunicazione. Ci sono organismi pletorici e paralizzanti che non riescono a riunirsi. Mancano Officine delle idee, scuole di comunità politiche ,seminari di approfondimenti su temi reali che riguardano gli interessi delle persone e delle nostre città. E i congressi d’autunno,con iscritti da recuperare tra luglio ed agosto,non sono all’altezza di un progetto nuovo di organizzazione democratica degli iscritti.

Credo che la Direzione sia servita a Matteo Renzi a capire i margini di manovra dentro il suo PD, a comporre ferite, a fare autocritica, a battersi il petto per le occasioni mancate,ad allontanare qualche “cattivo” consigliere” o consigliori!.

Si è capito che il suo è uno schieramento con una maggioranza interna ancora solida, persino di fronte alla defezione eventuale dei franceschiniani. Ma è maggioranza nel Paese? Diversamente dal passato oggi il Pd ha un leader che risponde agli elettori e non ai caminetti delle correnti. E anche correggere la legge elettorale, con un premio di maggioranza alla coalizione, potrebbe non essere la soluzione adeguata per riavvicinare elettori ed eletti e conquistare indecisi ed astensionisti.

Anche senza streaming il confronto viene a galla lo stesso.Il PD, Renzi o non Renzi, ditta o non ditta, dopo aver smontato o rottamato pezzi di storia, ha asfaltato o modificato geneticamente tutto ciò che era il “patrimonio” della sinistra, se stesso compreso. Ora questo PD si meraviglia che ci siano elettori demotivati o, se motivati, considerati come avversari, trascurando a priori una necessaria e collegiale autocritica, senza lasciare analisi, fatti e proposte all’uomo solo al comando.Franceschini è stato categorico:”Occorre puntare a vincere per fare in modo che sia il PD ad occuparsi del marciapiede. Abbiamo sostenuto idee diverse,però.Continuano ad essere diverse.E io vado avanti.”

 

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